Disavanzo: l’Amministrazione riferisce in Consiglio

L’Amministrazione comunale ha relazionato in Consiglio a seguito di una istanza avanzata da un gruppo di consiglieri che hanno richiesto al presidente del Consiglio di riunire l’assemblea per trattare la questione relativa all’andamento del bilancio, ricorrendo all’art 39 comma 2 del Tuel a norma del quale il presidente del consiglio comunale  è tenuto a riunire l’assemblea in un termine non superiore ai venti giorni, quando lo richiedano un quinto dei consiglieri, o il sindaco, inserendo all’ordine del giorno le questioni richieste.
Il resoconto del punto – richiesto anche da alcuni operatori dell’informazione –  è soggetto alle restrizioni della campagna elettorale che prevedono una comunicazione istituzionale essenziale e impersonale.
Le minoranze hanno illustrato il perché della richiesta di convocazione del consiglio comunale, in quanto volevano chiarimenti sulla situazione del bilancio alla luce delle notizie riportate dai mezzi di informazione che parlano di nuove problematicità non riconducibili ai debiti riconosciuti dalla Osl al 31 dicembre 2017.
I responsabili della Amministrazione comunale hanno sostenuto che i mezzi di informazione alla fine del mese di agosto hanno ripreso alcuni dati che erano conosciuti e discussi nel bilancio consuntivo 2018. Un anno di passaggio con tre diverse gestioni.  Si è parlato di 26 milioni di disavanzo ma, a detta dell’amministrazione,  non è assolutamente vero che sia imputabile alla attuale gestione, arriva invece dal passato. Nel 2018 le entrate in realtà hanno avuto un sorplus di 8 milioni rispetto alle uscite. Quindi un dato positivo. In merito al presunto disavanzo di 26 milioni
il quadro normativo non è così ben delineato in quanto ci sono norme nazionali che si applicano per la prima volta al comune di Terni e con le difficoltà del caso.
Il disavanzo provenienti dalla gestione precedenti è di 52 milioni.
Sui 26 milioni si è fatta una scelta di tipo conservativo, dando cioè una lettura più penalizzante possibile per l’Ente al fine di avere un quadro più realistico possibile della situazione.  In quei 26 milioni sono state conteggiate delle anticipazioni di tesoreria, in realtà poi il ministero ha chiarito che l’anticipazione non compete a questa amministrazione. Così ci sono situazione analoghe. Ci sono 9 milioni di disallineamento tra pagamenti e entrate, in quanto nei primi mesi del 2018 l’Ente non era ancora in dissesto che come noto scatta a marzo.
L’Amministrazione ha specificato che dei 26 milioni ipotizzati si è già scesi di diversi milioni, sono rimaste alcune poste ancora da decidere per definire la parte di disavanzo che farà capo alla Osl o a questa amministrazione ma che comunque risalgono al passato. Togliendo le somme  precedenti il disavanzo dovrebbe attestarsi intorno ai 5/6 milioni.
Gli amministratori hanno detto che non è possibile che l’attuale bilancio sconti ulteriori situazioni che provengono dal passato altrimenti il Comune non ce la farebbe a raggiungere l’obiettivo della tenuta in equilibrio dei conti. Unità nell’interesse superiore del Comune e dei cittadini che già pagano un dissesto.
Le leggi sulla armonizzazione contabile non c’è una netta divisione tra prima e dopo il dissesto.
E’ stato chiesto un ulteriore parere al ministero per cedere ad Osl una serie di partite. Parere per arrivare a una versione definitiva del disavanzo da portare in aula.
La minoranza ha ribattuto di aver chiesto che il sindaco riferisse nello spirito di fare chiarezza. Utilizzo dei residui dei mutui, che dovrebbero essere analizzati, vedere quelli da mettere nella disponbilità della Osl per abbattere il disavanzo. Dopo il dissesto c’è stato un maggior gettito dei cittadini per 4 milioni che sono stati utilizzati per la spesa corrente non per abbattere il debito.
La minoranza ha chiesto che quanto prima l’Amministrazione Comunale porti in consiglio comunale tutti gli atti che servono per assicurare quella manovra indispensabile per ripianare un disavanzo che a questo punto la stessa amministrazione ha ammesso.