Editoria, la Prima commissione di Palazzo Cesaroni lavora su una legge regionale
PERUGIA – E’ partito l’iter per arrivare alla formulazione di una legge regionale sull’editoria. Un percorso, promosso e coordinato dalla Prima commissione di Palazzo Cesaroni, presieduta dal consigliere regionale Andrea Smacchi, che porterà la prossima settimana all’audizione dei rappresentanti degli editori e dei lavoratori non giornalisti che invece sono impiegati nel mondo della comunicazione. Questa fase di “panoramica” del settore è stata aperta dal presidente dell’Ordine dei giornalisti Roberto Conticelli e da Marta Cicci, presidente dell’Associazione Stampa Umbra.
Entrambi, di fronte ai consiglieri regionali, non hanno usato mezzi termini e hanno fotografato in maniera impietosa un settore in profonda difficoltà. Nessuna redazione umbra si salva da vertenze e situazioni di crisi, a partire dai principali quotidiani. Un vero e proprio “panorama devastante”, come dice la Cicci, dal quale occorre uscire. E l’idea di una legge regionale è quanto mai plausibile. “Abbiamo una legge superata dai fatti – ha detto Marta Cicci – fummo una delle prime regioni ad emanarla e mi piacerebbe che l’Umbria mantenesse ancora questa primogenitura”. Da Conticelli una fotografia tangibile del settore, con 1.617 giornalisti iscritti all’ordine, tra pubblicisti e professionisti. Un numero molto alto, del quale lavora circa un decimo. E di questi 1.000 sono in cerca di occupazione. “La crisi non si vede perché i giornali continuano a uscire ma la forza lavoro si è dimezzata, facendone approfittare gli editori”. Anche per Conticelli è fondamentale una legge, che però si andrà ad inserire in un panorama particolare in Umbria, dove si legge poco. Dai consiglieri regionali la massima disponibilità e la massima sensibilità al tema, per arrivare all’obiettivo finale della legge regionale, con l’idea di evitare che l’Umbria diventi “terra di conquista”.
Qualcosa si muove dunque, ironia della sorte, il giorno in cui la nuova proprietà del Giornale dell’Umbria, da qualche giorno in liquidazione, ha fatto arrivare ai dipendenti le lettere di licenziamento, annunciando la fine delle attività per il 31 gennaio. Qualche novità potrebbe arrivare il 9 febbraio, il giorno in cui si terrà un tavolo regionale sull’argomento con l’editore Giacumbo. Gli altri giornali sono ancora aperti ma non se la passano meglio.