Fecondazione eterologa, Chiamparino “stoppa” la Toscana, in Umbria Direzione salute al lavoro

La Conferenza delle Regioni mira ad avere regole comuni. A mettere un punto fermo sulla questione della fecondazione eterologa e sul rebus innescato dalla sentenza della Corte Costituzionale che giudica parzialmente illegittimo il divieto, ci pensa Sergio Chiamparino.

Contro il governatore della Toscana che aveva dichiarato che avrebbe comunque consentito la fecondazione (anche la Liguria, pare, sia pronta a seguirlo), arriva la presa di posizione del collega del Piemonte, presidente anche della Conferenza delle Regioni: “Non servono fughe in avanti ma regole comuni – dice Chiamparino – Occorre evitare che si crei una situazione a macchia di leopardo nel fissare le condizioni d’accesso all’eterologa; va applicata veramente la sentenza della Consulta che cancella il divieto imposto dalla legge 40 ma indica anche l’eterologa come diritto uguale per tutti. Quindi a carico del servizio sanitario e no profit”. A tal proposito Chiamparino precisa che “è necessario sciogliere il nodo delle condizioni di accesso, sia economiche sia normative. Non si può partire e basta”.

Riportando la questione su un piano pratico spiega che: “Oggi si va all’estero per l’eterologa; il problema è come inserirla nei Lea, i livelli di assistenza. Non è un tema di diversità politica: il rischio, se non si affronterà la questione del Servizio sanitario, è che lo facciano solo i privati”.

Sulla questione è previsto un confronto tra la Conferenza dei presidenti e il ministro Lorenzin a fine agosto. “Siamo già d’accordo – dice Chiamparino – non appena rientrerà dal suo viaggio, credo il 26 agosto, fisseremo l’incontro. Era già in programma una discussione sul riparto del Fondo sanità, proporrò di estendere l’ordine del giorno e definire le linee guida di applicazione per le Regioni in materia di fecondazione eterologa”. Il presidente convocherà inoltre “una riunione della Conferenza delle Regioni per definire l’orientamento comune. Ci riuniremo al più tardi la prima settimana di settembre”.

In Umbria, intanto, è già al lavoro la direzione salute della Regione a cui la presidente Marini ha chiesto di approfondire la predisposizione di un atto di indirizzo rivolto ai Centri per la procreazione medicalmente assistita, con lo scopo di redarre una linea guida per un un valido percorso assistenziale. Dal canto suo la governatrice umbra che detto di voler aspettare la nuova normativa e ha auspicato “che, in attesa dell’approvazione di nuova legge da parte del Parlamento, le Regioni concordino con il Governo ed in particolare con il ministero della Salute, un atto di indirizzo unitario, valido proprio per questa fase di transizione”.

Per la consigliera regionale dell’Udc, Sandra Monacelli l’appello della presidente Marini “appare ragionevole anche se non risolutivo”. “La sanità – dice la Monacelli – non può diventare il terreno sul quale rincorrere sensazionali operazioni di marketing per la ricerca dell’ultima moda”. Per la consigliera regionale “tante permangono, all’interno del sistema sanitario  nazionale, le problematiche che non hanno ottenuto pieno e pratico riconoscimento nei Lea, diversamente regolamentati e sostenuti da Regione a Regione, dalle questioni della disabilità, a quelle delle cosiddette malattie rare”. “La sentenza della Corte Costituzionale sulla questione della fecondazione eterologa – spiega Monacelli – ha di fatto aperto una sorta di gara tra i presidenti per garantire percorsi applicativi all’interno delle rispettive Regioni. Pur non sottovalutando le sofferenze fisiche e psicologiche determinate dalla infertilità, e lasciando da parte anche i convincimenti etici che mettono in guardia da un rischio di deriva eugenetica, rilevo come non sia possibile affrontare nodi spinosi di tale natura con fretta e senza scrupoli. L’obbligatorietà o meno di comunicare al bambino la sua origine genetica – aggiunge – ed il rischio che fratelli genetici e inconsapevoli possano mettersi insieme, rappresentano soltanto alcuni dei problemi che la questione della fecondazione eterologa trascina con sé. Per questa ragione, invito la presidente Marini alla prudenza”.

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