Foligno, addio al vescovo più anziano d’Italia. Chiesa gremita per l’ultimo saluto a monsignor Benedetti

FOLIGNO – La chiesa della Madonna del Pianto, pro cattedrale di Foligno, era gremita sabato mattina per l’ultimo saluto a monsignor Giovanni benedetti, vescovo emerito della città della Quintana scomparso a cento anni, da presule più anziano d’Italia. C’era la Chiesa diocesana, c’erano le istituzioni, c’era la comunità locale a salutare un fine teologo, ma soprattutto un sacerdote molto amato. La funzione religiosa è stata presieduta dal vescovo di Foligno, monsignor Gualtiero Sigismondi, che ha descritto il suo predecessore come un uomo dalla fede grandissima, un pastore e un maestro di vita, autorevole e incisivo e molto presente nella vita della città.

“Il vescovo Giovanni – ha detto nell’omelia – non nascondeva la propria fede, ma neppure la ostentava in modo provocatorio. Piuttosto la viveva con intensità e, al tempo stesso, con riserbo. E’ una grande figura in cui risplendono lo zelo del pastore e la chiarezza del maestro, ha costruito tutto l’edificio del suo magistero secondo un unico principio architettonico: l’attenzione alla città non è separabile dall’impegno ecclesiale. Monsignor Benedetti ha fatto sentire la sua presenza in ogni settore, ha avuto cura di mantenere l’unità, si è fatto amare anche da chi non lo ha conosciuto personalmente, ma lo ha frequentato bibliograficamente. Con il suo stile pastorale, autorevole e incisivo, ha saputo rivolgersi a tutti: a coloro che credono di non credere e a coloro che almeno avvertono la nostalgia delle certezze antiche ed eterne. Non amava però il dialogo fine a se stesso, quello dove la novità del messaggio cristiano si dissolve nel “politicamente corretto”. Aveva un concetto molto alto del dialogo e disdegnava chi lo praticava come sforzo di ridurre tutto ad un minimo comune denominatore o al perditempo della chiacchiera da salotto. Quanto egli fosse consapevole che il dialogo nasce sempre dall’ascolto, del Vangelo e della storia, lo ha testimoniato fino alla fine”.

“Edificante, al riguardo – ha continuato monsignor Sigismondi – è la confidenza che mi hanno fatto coloro che lo hanno assistito con ammirabile premura: Miro, Gaia e Isella. All’indomani del suo ritorno a casa, dopo un breve ricovero, sebbene un po’ assopito ha voluto infilare l’anello, mettere l’orologio al polso, ha chiesto il Corriere della Sera e poi ha lasciato intendere che desiderava celebrare messa e lo ha fatto affidando all’eloquenza dei gesti il flebile suono della voce. Questi particolari rivelano quanto Mons. Benedetti abbia amato la Città e la Diocesi di Foligno, a cui ha dato un’ossatura conciliare, con una forte attenzione al tema del “camminare insieme”, sintetizzato dal titolo delle Costituzioni sinodali”.

Monsignor Benedetti, nato a Spello il 12 marzo 1917, era stato ordinato presbitero nel 1940 e vescovo nel 1975, come ausiliare di Perugia. Trasferito a Foligno nel 1976, vi è rimasto fino al 1992, quando è divenuto emerito per raggiunti limiti di età. Fine teologo, stato una figura molto amata in città, in particolare per la sua vicinanza ai giovani.

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