Foligno, catturato e trasferito Manolo: il racconto del personale che ha partecipato all’operazione

FOLIGNO – Manolo, il capriolo che da qualche tempo si era insediato nell’area urbana di Foligno in prossimità dell’ospedale, è stato trasferito in un’area per il recupero faunistico messa a disposizione dalla Regione Umbria.

L’intervento si è reso necessario per salvaguardare l’incolumità dell’animale ed evitare possibili disagi anche per la cittadinanza, trattandosi di un capriolo maschio in età adulta cresciuto probabilmente in cattività e quindi disponibile al contatto con l’uomo. Ad intervenire con la telenarcosi, come richiesto dal Servizio foreste, montagna, sistemi naturalistici e faunistica della Regione Umbria, sono stati i tecnici specializzati del Parco Nazionale dei Monti Sibillini che hanno addormentato l’animale per poi trasferirlo nell’area assegnatagli temporaneamente e dove già vivono altri caprioli.

Il capriolo ha reagito perfettamente alla cattura messa in atto con competenza dal medico veterinario del Parco, Federico Morandi: “il trasferimento, che costituisce la fase più stressante delle operazioni, è avvenuto mantenendo l’animale in sedazione durante l’intero tragitto. Il risveglio e la liberazione nel nuovo ambiente non hanno palesato alcuna complicazione. Per la sua facilità al contatto con l’uomo è probabile che si tratti di un individuo allevato in cattività, magari perché trovato piccolo e considerato erroneamente abbandonato. Ricordiamo” prosegue ancora Morandi “che gli ungulati selvatici, tra cui il capriolo, possono partorire in campi, radure, boschi, e può capitare che gli escursionisti trovino talvolta individui appena nati nascosti nella vegetazione. Questo però è il consueto comportamento dei primi giorni dopo il parto: i piccoli infatti, in questo modo rimangono protetti. Le madri non gli stanno vicino proprio per evitare che la loro presenza possa attirare i predatori, ma a cadenze regolari li raggiungono per le consuete cure parentali fra cui l’allattamento. È quindi fondamentale non toccare, non accarezzare e non raccogliere i piccoli di questi animali, pensando che possano essere abbandonati. Una sola carezza trasferisce su di loro odori che le madri potrebbero percepire come una minaccia, ponendo il piccolo nella effettiva probabilità che venga realmente abbandonato.”

“Dunque, ancora una volta, per salvaguardare la fauna selvatica ed evitare situazioni come quella del capriolo di Foligno con potenziali rischi sia per l’animale sia per la cittadinanza – dice il personale del Parco – è importante evitare comportamenti che possano alterare i normali cicli naturali. Per qualsiasi informazione in merito a situazioni analoghe si invita chiunque a contattare gli uffici del Parco Nazionale dei Monti Sibillini (www.sibillini.net) e gli altri organi competenti”.

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