Italia Logistica, lavoratori in agitazione, Barberini: “Le grandi aziende abbandonano l’Umbria, serve soluzione”

FOLIGNO – Riesplode il caso dell’ex Centro Poste di Scanzano, con i lavoratori di Italia Logistica che hanno proclamato lo stato di agitazione visto che da mesi percepiscono lo stipendio “a rate” e c’è grande incertezza sul futuro dell’impianto.

A denunciare la gravità della situazione sono le segreterie regionali di Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti, riservandosi di intraprendere altre iniziative utili affinché vengano evitati ulteriori ritardi nel pagamento dei salari dei lavoratori del sito di Scanzano, a Foligno, e di Bastia Umbra.
“Tardano a giungere gli stipendi, praticamente vengono concessi a rate – hanno detto Marco Bizzarri di Fit Cgil, Giovanni Martifagni di Fit Cisl e Stefano Cecchetti di Uiltrasporti – agli operatori impegnati negli impianti il cui appalto, assegnato da Italia Logistica al Consorzio Premium Net, è stato girato alla cooperative Arco, Driver e Plurima Logistics”.

“Dopo un periodo di crisi, iniziata con la richiesta di mobilità per tutti i dipendenti e poi trasformata in cassa integrazione in deroga grazie a un accordo sindacale, – hanno spiegato ancora i sindacati – oggi sembra che ci siano maggiori notizie sulla vicenda, anche se parzialmente positive. Il Consorzio ha, infatti, informato le organizzazioni sindacali sulle strategie future di Italia Logistica, rispetto le quali saranno impiegati entrambi gli impianti di Scanzano e Bastia Umbra ma azzerati i tempi determinati, oltre a essere previsti quattro esuberi fra i tempi indeterminati. Accanto a questo – hanno aggiunto Bizzarri, Martifagni e Cecchetti – si sta innescando la famosa spirale, ormai divenuta di moda, dei ritardi lunghi del pagamento dei corrispettivi contrattuali da parte della società appaltante, Italia Logistica, che per caduta si ripercuote sul Consorzio e a caduta sulle cooperative Arco, Driver e Plurima Logistics, per poi culminare sui lavoratori che sono l’anello più debole della catena. Non si comprendono tali ritardi, oltre a non essere tollerati da chi ha solo quel reddito per vivere. Anche un giorno di ritardo potrebbe scatenare scenari drammatici. Richiamiamo tutti gli attori in causa – hanno concluso – ad assumersi le proprie responsabilità, ottemperando con scrupolo al rispetto dei termini di pagamento dei corrispettivi alle società appaltatrici per garantire stipendi regolari”.

Sulla vicenda della chiusura dell’ex Centro Poste di Scanzano e sul futuro dei lavoratori di Italia Logistica era intervenuto tempo fa il consigliere regionale del Pd Luca Barberini, sollecitando “l’apertura di un tavolo regionale per dare risposte adeguate al disagio dei lavoratori colpiti dalla drammatica scelta fatta da Poste Italiane e aprire in confronto serio sul progressivo abbandono dell’Umbria da parte delle grandi aziende nazionali”.

Oggi Barberini rilancia, affermando che “la situazione in cui versano i lavoratori di Italia Logistica è frutto degli effetti di una ristrutturazione che si è di fatto rilevata una destrutturazione, iniziata nel momento in cui un soggetto pubblico ha deciso di tagliare lasciando un impianto importante come quello di Scanzano in mano a privati senza una strategia a lungo termine, destinata inevitabilmente a ripercuotersi sui lavoratori.
Una cosa simile – continua il consigliere regionale del Pd – potrebbe avvenire la riorganizzazione prevista da Enel in Umbria, che vorrebbe un ridimensionamento di circa il 67 per cento delle Zone di coordinamento, controllo e organizzazione e di circa il 43 per cento delle Unità operative di presidio sul territorio. Queste vicende – conclude Barberini – devono spingere le istituzioni umbre a riflettere, attivando un tavolo per analizzare insieme alle grandi aziende pubbliche presenti nella nostra regione le situazioni di difficoltà dei vari distaccamenti, anticipare i problemi e trovare soluzioni opportune, soprattutto a tutela dei lavoratori”.

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