Foligno, la Caritas assiste 300 persone al giorno. Italiani, separati, ceto medio: ecco i nuovi poveri

FOLIGNO – Sono circa trecento al giorno le persone assistite dalla Caritas diocesana di Foligno, una cifra spaventosa che moltiplicata per 365 fa centomila utenti l’anno. Centomila uomini e donne che non riescono a far fronte ai bisogni quotidiani e che, per sopravvivere, sono costretti a rivolgersi all’aiuto fornito dalla Chiesa. Non si tratta soltanto di casi estremi, ma di nuove forme povertà mai viste prime e per questo ancora più preoccupanti. Sì perché il 65 per cento degli assistiti dalla Caritas è di Foligno, è composto da italiani, folignati, non stranieri, per lo più appartenenti al ceto medio.
“Prima della crisi del 2008 – evidenzia il direttore della Caritas diocesana di Foligno, Mauro Masciotti (nella foto)– era il contrario con più stranieri che italiani che bussavano alla nostra porta. La crisi economica ancora in corso ha capovolto tutto, il ceto medio sta scomparendo e i nuovi poveri vengono proprio da lì. Sono famiglie comuni, famiglie di artigiani, commercianti, operai che hanno perso il lavoro e hanno il mutuo o l’affitto da pagare, i figli da crescere. Sono padri separati che non riescono ad arrivare alla fine del mese, che si ritrovano senza più una casa. Sono madri sole, con figli piccoli a carico. Tante nel 2015 le famiglie sfrattate perché non riuscivano più a pagare affitti e bollette. Direttore-Caritas-foligno
Questa situazione ci ha portati ad attivare nuovi servizi, e ad aprire case di accoglienza in tutto il territorio, dove poter ospitare queste persone sfortunate. Qualche giorno abbiamo inaugurato anche l’Ospitale della Misericordia, per la prima accoglienza di uomini soli. Abbiamo anche rafforzato la mensa – continua Masciotti – dove vengono serviti oltre 60 pasti caldi al giorno e da circa un mese diamo anche la cena da asporto. Con l’Emporio della solidarietà, il primo in Italia ad essere interdiocesano, abbiamo raggiunto circa 1.300 famiglie. Abbiamo poi la fattoria sociale, dove grazie a manodopera impiegata con borse lavoro, produciamo parte di ciò che ci serve per mandare avanti la mensa”.

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Il cuore della Caritas di Foligno è il “Centro di ascolto diocesano” attraverso il quale vengono gestiti tutti i bisogni e che offre anche assistenza psicologica, legale e orientamento sanitario, oltre al doposcuola per circa 65 bambini e adolescenti. La Caritas si occupa anche di profughi, accogliendo 25 persone giunte a Foligno per l’emergenza prefettizia e 13 legate al progetto Sprar. È inoltre partito il progetto “Un profugo a casa mia” al quale stanno aderendo diverse parrocchie e si sta potenziando il progetto “Arca del Mediterraneo” per l’accoglienza e la formazione dei migranti e la diffusione della cultura dell’integrazione e della multiculturalità.
“Il problema più grande – sottolinea ancora il direttore della Caritas di Foligno – resta il contrasto alla povertà , una lotta quotidiana portata avanti grazie al sostegno della Chiesa, alla sensibilità de nostro vescovo, al contributo e alla collaborazione delle istituzioni. A Foligno siamo fortunati perché c’è grande collaborazione e, insieme al Comune e alla Fondazione Cassa di Risparmio di Foligno, stiamo facendo molto. La situazione però è sempre più difficile, ci sono emergenze ogni giorno e servono più volontari e viveri: oggi possiamo contare su 200 persone, ma ne servirebbero altrettante. Voglio lanciare un appello a tutti i folignati: date un po’ del vostro tempo a chi è meno fortunato. Per far fronte alla gravità della situazione è necessario il coinvolgimento di tutta la comunità e di tutto il territorio. Abbiamo bisogno anche di grandi quantità di viveri: chiediamo aiuto alle aziende anche agricole del territorio”.

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