Foligno, vertenza Italia Logistica, il Consiglio comunale: “Tutelare i lavoratori e attivare tavolo regionale”

FOLIGNO – Il Consiglio comunale di Foligno ha approvato, all’unanimità dei presenti, l’ordine del giorno sulla vicenda che interessa i lavoratori di Italia Logistica, in cui l’assemblea invita il sindaco e la giunta comunale “ad attivare tutte le procedure necessarie affinché tale situazione venga affrontata congiuntamente in un tavolo regionale

coinvolgendo la proprietà, l’assessorato regionale allo sviluppo economico e la Prefettura di Perugia e, dove siano presenti anche i Comuni interessati, al fine di dare una risposta e, ove possibile, contribuire a risolvere la difficile situazione, eliminando così questo stato di incertezza che crea grande disagio nelle famiglie dei lavoratori e rischia di produrre tensioni sociali nelle città interessate”.

Nel documento approvato, presentato da Seriana Mariani (Pd), si ricorda, tra l’altro, che da alcuni mesi continua lo stato di incertezza sul futuro dell’azienda Italia Logistica, titolare di un appalto assegnato poi ad un Consorzio e poi girato ad alcune cooperative che vede impegnati alcune decine di lavoratori, forse cinquanta, distribuiti tra le sedi di Scanzano, a Foligno, e quella di Bastia Umbra.

“Dal 2007 risulta un continuo succedersi di cooperative diverse – è detto nell’ordine del giorno – nelle quali sono impiegati i lavorati sopracitati, che non fanno minimamente comprendere come sia organizzata la proprietà e l’assetto societario, e, di conseguenza quale possa essere l’interlocutore per le istituzioni che intendano avere un dialogo con i titolari. Come fanno sapere i sindacati dopo un periodo di crisi, l’azienda ha chiesto la mobilità per tutti i dipendenti, trasformandola poi in cassa integrazione in deroga, grazie ad un accordo sindacale, e, sebbene il Consorzio abbia informato le organizzazioni sindacali sulle strategie future di Italia Logistica, che prevede l’utilizzo di entrambi gli impianti di Scanzano e di Bastia Umbra, in realtà sembra azzerare i contratti a tempo determinato. In una congiuntura già molto difficile per la nostra Regione si aggiunge una ulteriore situazione di crisi che investe molti lavoratori, dimostrando tra l’altro, che, la scelta di lasciare un importante impianto come quello di Scanzano ai privati non ha prodotto alcun risultato utile, anzi ha determinato una situazione di grande precarizzazione del lavoro non più sostenibile da parte dei lavoratori”.

Si afferma inoltre che “i lavoratori di Italia Logistica hanno proclamato lo stato di agitazione poiché da mesi percepiscono lo stipendio a rate e vi è una totale incertezza sul loro futuro lavorativo. E non si comprende infatti quale sarà il futuro impegno dell’azienda Italia Logistica sul territorio e la mancanza di una strategia a lungo termine rischia di colpire pesantemente i lavoratori anche nei loro progetti di vita”.

Tra i primi a sollevare la questione della chiusura dell’ex Centro Poste di Scanzano e del futuro dei lavoratori di Italia Logistica il consigliere regionale del Pd Luca Barberini, che nei mesi scorsi aveva sollecitato “l’apertura di un tavolo regionale per dare risposte adeguate al disagio dei lavoratori colpiti dalla drammatica scelta fatta da Poste Italiane e aprire in confronto serio sul progressivo abbandono dell’Umbria da parte delle grandi aziende nazionali”.

Qualche giorno fa, Barberini aveva rilanciato affermando che “la situazione in cui versano i lavoratori di Italia Logistica è frutto degli effetti di una ristrutturazione che si è di fatto rilevata una destrutturazione, iniziata nel momento in cui un soggetto pubblico ha deciso di tagliare lasciando un impianto importante come quello di Scanzano in mano a privati senza una strategia a lungo termine, destinata inevitabilmente a ripercuotersi sui lavoratori”.

“Una cosa simile – aveva detto il consigliere regionale – potrebbe avvenire la riorganizzazione prevista da Enel in Umbria, che vorrebbe un ridimensionamento di circa il 67 per cento delle Zone di coordinamento, controllo e organizzazione e di circa il 43 per cento delle Unità operative di presidio sul territorio. Queste vicende aveva ammonito Barberini – devono spingere le istituzioni umbre a riflettere, attivando un tavolo per analizzare insieme alle grandi aziende pubbliche presenti nella nostra regione le situazioni di difficoltà dei vari distaccamenti, anticipare i problemi e trovare soluzioni opportune, soprattutto a tutela dei lavoratori”.

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