Fondazione Carit, Romanelli: “Dopo le nomine avviare una nuova stagione”

TERNI – “Chiusa la partita delle nomine nel Comitato di Indirizzo della Fondazione CARIT, speriamo ci si possa concentrare ora sull’avvio di una nuova stagione per la Fondazione stessa”. Ad affermarlo è Attilio Romanelli, segretario generale della Cgil di Terni, che torna ad analizzare lo stato di crisi in cui versa l’economia ternana.

“La situazione resta complessa – spiega Romanelli – e richiede un rinnovato impegno per le diverse istituzioni cittadine. Un impegno caratterizzato in primo luogo dalla ferma volontà di perseguire l’interesse generale, aggredendo i tanti aspetti della crisi in particolare sul fronte del lavoro e della povertà”.

“Tutti siamo convinti che quanto accaduto dal 2008 ad oggi ha modificato radicalmente il contesto sociale ed economico in cui ci troviamo a vivere – prosegue il segretario Cgil – e se questa convinzione ha un valore, coloro che possono e hanno le forze debbono, nell’interesse generale, rendersi protagonisti con iniziative qualificate, per porre fine alla emigrazione di professionalità importanti per la comunità ternana”.

Di qui la proposta avanzata più volte dal sindacato ternano: la costituzione di un fondo rotativo in grado di sostenere nuove attività e il mondo della ricerca. “Uno strumento possibile e necessario – insiste Romanelli – se davvero la comunità ternana intende conservare la sua natura di città industriale”. La Cgil “continua infatti a pensare – aggiunge il segretario – che non possano essere statuti e regolamenti gli ostacoli insormontabili che impediscono di intervenire in un contesto depauperato dalla crisi”.

“La Cgil di Terni – conclude Romanelli – pensa che non ci sia bisogno di assistenza, ma di una dichiarata volontà di sostegno al lavoro dove pubblico e privato debbono incontrarsi e costruire opportunità. In questa particolare fase storica dobbiamo riscoprire il valore di una comunità unita, contribuendo tutti al superamento degli egoismi e delle divisioni artificiose, avendo ben chiara l’idea che senza lavoro si è destinati ad un presente e a un futuro caratterizzati da povertà e paura”.

 

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