Forestale, sanzioni per 176mila euro nell’anno 2016

PERUGIA  – 35 mila controlli effettuati in Umbria, accertati 650 reati, deferite all’Autorità Giudiziaria 325 persone, eseguiti 21 arresti e 40 sequestri, scoperte frodi per oltre 100 milioni di euro ed elevate 1.800 sanzioni amministrative per un importo totale di un milione e 700 mila euro. Ammonta ad oltre 176.00,00 euro l’importo delle sanzioni elevate a seguito dell’attività di controllo nel settore dei maltrattamenti e del benessere degli animali e 20 sono stati i reati riscontrati.

Dal mese di marzo il Corpo Forestale dello Stato ha eseguito su tutto il territorio regionale una vasta campagna di accertamenti, sia nei confronti degli allevatori di animali da reddito che di animali d’affezione, di canili pubblici e privati, con la finalità di verificare il rispetto delle normative vigenti relative al benessere degli animali, alla identificazione degli stessi e alla registrazione alle anagrafi di settore a fini sanitari. Si verifica negli ultimi anni un sensibile aumento delle segnalazioni che pervengono alla Forestale da parte di singoli cittadini o di associazioni di difesa degli animali, relativi a fenomeni di presunto maltrattamento in particolare per singoli animali d’affezione.

98 sanzioni hanno riguardato l’omessa identificazione e registrazione di cani all’anagrafe, sia di singoli animali che di quelli ospitati presso canili, pubblici o privati. Le altre irregularità accertate nel corso dei controlli hanno riguardato invece allevamenti di animali da reddito, per svariate fattispecie di illecito tra cui la gestione non corretta dei reflui dell’allevamento, trasporto animali vivi presso mercati senza le previste certificazioni con conseguente sequestro amministrativo degli animali, introduzione di animali al pascolo in fondo altrui, omessa custodia animali, abbandono rifiuti. Oltre alle sanzioni amministrative comminate in alcuni casi sono state impartite prescrizioni agli allevatori in materia di benessere animale ed in materia di anagrafe.

I reati commessi hanno riguardato per lo più la detenzione di cani in condizioni incompatibili con la loro natura, maltrattamento seguito da morte, uccisioni di specie cacciabili in epoca di divieto. Uno, in particolare, era relativo al disturbo delle specie animali all’interno del Parco Nazionale Monti Sibillini in zona A di riserva integrale, ad opera di cinque persone arrivate con fuoristrada che conducevano 9 cani da caccia di cui 4 liberi alla ricerca di fauna selvatica.

Inoltre sei comunicazioni di notizia di reato erano relative a uccisione/avvelenamento di animali a seguito di abbandono di esche avvelenate, di cui cinque nella zona di Gualdo Tadino ed una in quella di Nocera Umbra, qui anche una CNR a seguito di ritrovamento di un esemplare di femmina di lupo morto. Si riporta anche l’uccisione di un equide, avvenuto nella zona di Arrone, mediante un colpo di arma da fuoco caricata a pallettoni. Approfondite attività di controllo riguardano la gestione dei canili pubblici o privati convenzionati con comuni, in particolare in relazione alla correttezza delle procedure di adozione dei cani di proprietà comunali e la correttezza della gestione amministrativa dei canili.

Relativamente alla tutela delle specie animali in via di estinzione ai sensi della Convenzione di Washington, comunemente indicata come CITES di cui il CFS e in Italia l’Autorità competente, l’Ufficio Territoriale Cites di Perugia ha accertato illeciti di natura penale che hanno portato alla redazione di 5 notizie di reato, una per commercio di avorio in mancanza di certificato attestante la provenienza legale, una per un esemplare di Boa conscrictor detenuto in cattività presso privato in assenza di documentazione, una per abbandono di un pitone da parte di studenti stranieri nell’appartamento in affitto Che avevano lasciato. Una per abbandono di una iguana 21 Città di Castello, una per abbandono seguito da morte di un’altra iguana a Bastia Umbra.

5 le sanzioni amministrative elevate per l’importo di 112.688,00 euro, di cui due a carico di allevatori per irregolarità nella denuncia di nascita di pappagalli, due per esportazione di materiale Cites senza rispetto adempimenti doganali specifici, una per non corretta compilazione registro detenzione animali di specie Cites. II contrasto delle attività di gestione illecita dei rifiuti e smaltimento illecito degli stessi, costituisce un forte impegno per tutte le strutture territoriali dipendenti da questo Comando, in considerazione delle sue implicazioni sulla conservazione dell’ambiente, del patrimonio naturalistico e della salute umana.

L’azione di contrasto si svolge con continuità nel corso dell’intero anno. In questo settore, la problematica maggiormente impegnativa a livello di implicazioni in materia di sicurezza ambientale, è quella connessa alla gestione dei rifiuti speciali, anche pericolosi, di origine industriale, commercianti, distributori e utilizzatori di prodotti fitosanitari per verificare il rispetto delle normative vigenti volte alla prevenzione dell’uso scorretto, da pane degli agricoltori, di tali prodotti che sono destinati alla difesa delle coltivazioni, frutta, ortaggi, sementi da tutti gli organismi nocivi, per eliminare le piante indesiderate.
Sono state soggette a verificare le agenzie di vendita, concessionari e distributori ed anche utilizzatori finali di fitofarmaci ed antiparassitari destinati alle coltivazioni vegetali ed allevamenti al fine di garantire il corretto uso dei prodotti fitosanitari in agricoltura, la presenza della autorizzazione prevista per il loro commercio, il rispetto delle condizioni prescritte per la loro buona conservazione, la vendita ai soli utilizzatori che dispongono dei requisiti previsti dalla legge per il loro utilizzo, la non contaminazione di sostanze pericolose con alimenti presenti nei medesimi locali ed altro.

Le irregolarità contestate hanno riguardato il mancato possesso del certificato di abilitazione alla vendita, la vendita di prodotti fitosanitari revocati e non piè omologati per l’uso, l’immagazzinamento dei prodotti oltre il periodo di tolleranza per lo smaltimento, detenzione di prodotti fitosanitari in locali adibiti a vendita di prodotti alimentari, vendita senza aver fornito le informazioni generali previste all’utilizzatore, detenzione dei prodotti fitosanitari in locali non tenuti chiusi, mancata trasmissione della scheda informativa sui dati dei vendita dei prodotti fltosanitari.

Le denunce penali sono state elevate nei confronti di quattro persone del ternano ed hanno riguardato la vendita di prodotti fitosanitari in assenza della autorizzazione prevista dalla specifica normativa nazionale vigente. E’ stato altrèsi effettuato il sequestro penale di oltre trecento confezioni di prodotti fitosanitari.

Elevate sanzioni amministrative per oltre 120.000 euro 21 titolari di ditte boschive per tagli boschivi irregolari. Ad aprile, durante la ordinaria attivitò di controllo del territorio, sono stati accertati gravi illeciti effettuati nel corso di utilizzazioni boschive effettuate in diverse località del comune di Temi. In particolare in località Monte Restano di Piediluco una ditta boschiva, non residente in Regione, aveva tagliato 6 ettari di bosco senza lasciare a dote del bosco, come prevede la specifica normativa forestale regionale, le piante matricine dei vecchi turni e, cosa ben piè grave, senza preservare dal taglio le piante di grandi dimensioni; per tali irregolarità sono state comminate al responsabile legale dell’impresa boschiva sanzioni amministrative per l’importo complessivo di 40.000 euro. Nella frazione Piedimonte del comune di Temi, in una zona di alto valore paesaggistico e a rischio idrogeologico, un’altra ditta aveva tagliato un bosco rilasciando come piante matricine alberi non idonei che comprometteranno la rinnovazione della selva, oltre ad aver causato durante le operazioni di esbosco danneggiamenti del suolo e delle ceppaie ed aver sconfinato nel bosco limitrofo di proprietari del Comune; per tali irregolarità sono state comminate al responsabile legale dell’impresa boschiva sanzioni amministrative per oltre 30.000 euro.

Dal 24 agosto in poi oltre 150 unità sono state impiegate nelle zone colpite dagli eventi sismici che hanno interessato l’Italia centrale e in particolare Norcia. Il personale ha svolto prevalentemente attivita di di Ordine Pubblico come da disposizioni della Prefettura di Perugia nelle zone di Castelluccio, Norcia, Preci Cascia e zone limitrofe. Inoltre dal 30 ottobre l’attività si 6 intensificata con il conseguente aumento del personale impiegato anche per poter eseguire i servizi di vigilanza tutela e soccorso dei presidi agro-zootecnici. In particolare Viene svolto il monitoraggio delle aziende zootecniche con ricognizione dei danni subiti e viene assicurato il rifornimento idrico agli allevatori che ne hanno fatto richiesta. Si effettua anche il monitoraggio del territorio soprattutto in merito al contrasto del dissesto idrogeologico.

Ottanta tonnellate di acciaio, per un valore di circa 100 mila euro al mese, sono state rubate nel Centro di finitura dell’Ast di Tami. Per il furto sono stati arrestati un dirigente di una società satellite delle acciaieirie, un camionista e un gruista di una ditta che ha in appalto il servizio di trasporto di tali materiali; ai domiciliari, invece, il titolare della stessa ditta, un addetto «compiacente» alla portineria e il proprietario di un centro di recupero rottami dove sarebbe finito il metallo, per un totale di 7 misure cautelari.

I reati contestati a vario titolo dagli inquirenti vanno dall’associazione per delinquere per la commissione di furti aggravati e continuati alla ricettazione. I furti sono avvenuti nel reparto dell’Ast dove avviene la rifinitura dei prodotti in acciaio realizzati dall’azienda. In pratica i residui anziché essere trasportati nella sede principale di viale Brin per essere fusi e riutilizzati nel ciclo produttivo (o essere rivenduti a clienti esterni) sarebbero stati sottratti più volte e conferiti illegittimamente al centro che commercializza materiale ferroso, a Foligno. Sono stati impiegati circa 90 uomini del Corpo Forestale dello Stato. L’attività investigativa, iniziata nel 2015, c’è stata incentrata sulla fornitura di acciaio inox all’Acciai Speciali Terni s.p.a. da parte di una importante holding del bergamasco.

 

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