Frecciarossa a Perugia, la maggioranza di Palazzo Spada: “Amarezza e perplessità”

TERNI – Nel giorno del lancio del Frecciarossa a Perugia, a Terni la maggioranza si mobilita, chiedendo un consiglio comunale straordinario, da tenere alla presenza della presidente Catiuscia Marini e dell’assessore Chianella per fare il punto sui progetti per Terni e sullo stato di salute della stazione di Terni, “la principale stazione ferroviaria dell’Umbria e la più importante dell’Italia centrale dopo Roma e Orte, perché al nodo ferroviario di Terni afferiscono ben re linee ferroviarie nazionali importanti per il trasporto anche delle merci”.

“Come consiglieri comunali – dicono i consiglieri di maggioranza di Palazzo Spada – non possiamo che esprimere soddisfazione per il fatto che la Regione si proietti in una nuova fase di velocità, infrastrutture e trasporti. parimenti non possiamo che esprimere amarezza e perplessità. Amarezza per l’occasione persa di avviare un dibattito veramente regionale con l’effettivo ascolto dei territori. Perplessità perché lo scenario che si prospetta incidente sul sentimento di appartenenza comune”.

“Temiamo infatti che l’inasprimento del dibattito scivoli verso un messaggio sbagliato: ossia che le risposte alla città si differenziano in virtù di status symbol che poi, nei conti, a poco valgono. Chiediamo invece che le scelte diverse rispondano alle vere diversità dei nostri territori. La capacità produttiva, le esigenze di vita, la necessità di collegamento: ecco i criteri che crediamo debbano giustificare e condizionare scelte che privilegiano realtà piuttosto che altre. Sopra a tutti gli altri criteri, è il lavoro (quello dignitoso), che richiede uno sguardo di vera attenzione, ad esempio, alle esigenze del ternano. Lo chiedono i pendolari costretti sempre di più nell’angolo del sacrificio e della scomodità così come le centinaia di ternani costretti a lasciare l’Umbria per problemi logistici”.

“Il dibattito deve aprirsi e rivelarsi produttivo. Non si può non discutere del collegamento tra i due capoluoghi di provincia o dell’isolamento sempre maggiore dei centri. Vogliamo ancora credere nel nostro regionalismo. Ma per farlo servono atti concreti. Rifiutiamo l’Umbria a due velocità”.

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