Gesenu, le mosse in campo per evitare la proroga dell’interdittiva

PERUGIA – Gli occhi sono tutti puntati sul 19 maggio per l’affaire Gesenu. In quella data si saprà se il prefetto prorogherà l’interdittiva antimafia, con tutto ciò che ne consegue, compreso il rinnovo dei commissari. Quella dead line è un orizzonte abbastanza lontano da lasciare aperte tutte le strade per il futuro dell’azienda dei rifiuti. Per quella data infatti i soci privati, Cerroni e La Diega, potrebbero vendere le proprie quote e quindi far venir meno molte delle criticità che il provvedimento prefettizio aveva individuato. Che l’intenzione dei soci privati sia quella di uscire appare ormai chiaro ed è per questo che, se questo avvenisse dopo maggio, non si esclude una nuova istanza di revoca.

Anche a Palazzo dei Priori si comincia a parlare di “rivoluzione culturale” per Gesenu, con una mission da aggiornare e che possa far diventare i rifiuti una vera risorsa. I soci privati che si sarebbero fatti avanti sono Hera, Acea, una cordata toscana e un imprenditore umbro. A Catania intanto quattro dipendenti di Gesenu sono stati prosciolti dalle accuse. Per tre di loro è caduta l’accusa di associazione di stampo mafioso, per tutti non luogo a procedere per prescrizione sul traffico illecito di rifiuti.

Intanto spunta per Gesenu un altro ostacolo. L’Autorità nazionale anticorruzione, guidata da Raffaele Cantone, ha aperto un fascicolo sulla nomina di Dante De Paolis ad Ad di Gesenu. Il problema sarebbe il conflitto d’interesse. Ora il Comune ha venti giorni di tempo per rispondere. Sul caso l’Anac aveva già aperto e chiuso un’istruttoria in seguito alle segnalazioni della consigliera comunale Cristina Rosetti (M5S) per l’inconferibilità dell’incarico. Il dubbio della Pentastellata però non ha ragione di essere perché De Paolis, quando è stato nominato Ad, era dirigente del Comune in aspettativa e senza compenso.

Sul conflitto d’interesse i dubbi restano: “emerge il profilo del conflitto d’interesse alla luce della vigente normativa in manteria che pare non essere stato valutato opportunamente dall’amministrazione”. De Paoli, da dirigente del servizio finanziario dal 2007 al 2014 “ha esercitato poteri di vigilanza e controllo sulle attività della Gesenu ed esercitato nei confronti della stessa poteri autoritativi e negoziali”.

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