Giornalista minacciata con un cartello intimidatorio

SPOLETO – Un segnale di ammonimento. Anche se non troppo chiaro e circostanziato. Di fatto una minaccia. È quanto è accaduto a una giornalista di Spoleto che si è trovata di fronte a un cartello affisso sul suo portone di casa in pieno centro storico con la scritta “Signorina rompipalle: rompere le palle, dove si vive, non va bene, recepito!…..”. Il messaggio, scritto con un pennarello rosso in stampatello in un foglio a quadretti, attaccato con quattro puntine di metallo, sembra essere un avviso, un avvertimento ad assumere un comportamento più tranquillo. Il fatto con ogni probabilità è stato compiuto nel corso della notte oppure nelle prime ore del mattino. Un episodio subito denunciato ai carabinieri con una querela contro ignoti. Spetterà ora alle forze dell’ordine indagare sull’avvenuto. E si dovranno cercare di capire le motivazioni con cui è stata compiuta questa minaccia, andando ad approfondire anche l’operato della giornalista coinvolta in questo triste episodio, per risalire all’autore del messaggio. La professionista spoletina, bersaglio di questa minaccia, dichiara di non avere alcun sospetto su chi possa avercela con lei e di ritenere improbabile che il fatto possa ascriversi a motivi lavorativi. I puntini sospensivi e il punto esclamativo messo a fine frase lascerebbero intendere che si tratti di qualcosa collegata con il suo lavoro da giornalista. Oppure potrebbero esserci altre motivazioni inerenti la sua sfera personale. O addirittura rapporti con il vicinato dato l’esplicito riferimento a non interessarsi troppo di questioni limitrofe alla zona in cui la donna vive. La speranza è che possa essere stato uno scherzo di pessimo gusto. Se fosse qualcosa collegabile al giornalismo, la donna non riesce a capire il senso di questa minaccia dato che tratta argomenti di cronaca bianca e cultura, settori che apparentemente sembrerebbero essere lontani dal compiere atti del genere. La giornalista avrebbe spiegato ai carabinieri di non essere a conoscenza di persone che potrebbero avercela con lei, andando così a complicare le indagini dei carabinieri che comunque attiveranno tutti gli strumenti per venirne a capo. Un aiuto concreto potrebbe venire dalle persone che abitano in zona oppure dalle telecamere a circuito chiuso della videosorveglianza piazzate in quell’area. Ad oggi tutte le ipotesi sono aperte. Tuttavia, lo sconcerto per questo grave episodio di minaccia rivolta a una rappresentante della categoria di giornalisti, la dice lunga sulla pericolosità che alcuni addetti ai lavori si trovano a dover affrontare nel regolare svolgimento della propria professione.

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