Gli umbri si scoprono sempre più mecenati. Raccolti 650mila euro

PERUGIA – Gli umbri si scoprono sempre più mecenati. E grazie al progetto Art Bonus in Umbria sono stati raccolti 650mila euro in tre anni che serviranno a manutenere 88 opera d’arte. La Regione si colloca così al settimo posto in Italia per numero di interventi di restauro del patrimonio artistico locale. Un buon risultato che la dice lunga sul livello di attenzione e di sensibilizzazione verso quei beni artistici che necessitano di essere ristrutturati. La raccolta di 649.259 euro è sicuramente consistente se comparata anche ad altre regioni italiane, sebbene il divario tra nord e sud sia ancora piuttosto elevato. Si risveglia così l’amore per l’arte e per i beni culturali italiani, con un a forte partecipazione di aziende e di donazioni da parte di privati cittadini, tutti uniti con lo scopo di salvare il patrimonio artistico italiano. Complessivamente su tutto lo stivale sono stati versati 190 milioni che permetteranno di realizzare 1.183 interventi su tutto il territorio italiano. «Numeri significativi – precisa il ministro Franceschini – che confermano l’efficacia di una misura importante dal punto di vista materiale, perché con queste risorse si finanzia la cultura e il recupero del patrimonio, ma importante soprattutto dal punto di vista educativo perché sta introducendo nel nostro Paese la cultura del mecenatismo». Ad oggi questo sistema, che consente di avere agevolazione fiscali fino al 65 per cento, è una delle misure più vantaggiose a livello europeo. Questo credito d’imposta, che inizialmente riguardava soltanto la ricerca di finanziamenti privati con l’obiettivo di realizzare una manutenzione di beni culturali pubblici, sostegno a istituti e luoghi della cultura pubblici, con la nuova legge è stato esteso a tutti i teatri, orchestre, festival, centri di produzione teatrale e di danza, oltre a circuiti di distribuzione che potranno beneficiare di finanziamenti messi a disposizione da mecenati. «È una nuova forma di fund raising» sostiene Carolina Botti, responsabile del programma Art bonus. Parole di soddisfazione vengono espresse anche da Francesco Moneta, curatore del Premio Cultura+Impresa che afferma: «Dopo aver toccato il fondo con i tagli di Tremonti, si comincia a vedere la luce non solo perché la spesa pubblica è risalita oltre i 2 miliardi. La novità è che la Confindustria invita i suoi a muoversi, riconoscendo che l’investimento filantropico in cultura ha un ritorno economico misurabile». E in effetti è stato misurato che il giro di affari dell’industria creativa e culturale si aggira intorno agli 80 miliardi in Italia, con punte che possono arrivare addirittura fino a 200 miliardi se si inserisce nel contenitore della cultura anche il mondo dei servizi e del manifatturiero.

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