Grifo Latte, si inasprisce la vertenza sul Magazzino, martedì sciopero di 8 ore

“Si vogliono trasferire i lavoratori oggi impiegati direttamente, a una società di servizi”. La denuncia, che si inserisce nella vertenza per il magazzino della Grifo Latte, viene dai sindacati di categoria di Cgil, Cisl Uil. Per martedì 23 settembre annunciano uno sciopero di 8 ore alla Grifo Latte di Ponte San Giovanni, dove i lavoratori sono in stato di agitazione del mese di agosto.

La decisione è stata presa a seguito dell’incontro tenutosi la scorsa settimana, nel quale l’azienda, rappresentata da Carlo Catanossi, ha ribadito la sua posizione “irremovibile” in merito alla apertura della mobilità per tutto il magazzino, con conseguente esternalizzazione dello stesso.

“Siamo sempre più convinti che la vera ragione di questa scelta non risieda nelle esigenze di risparmio – affermano i rappresentanti di Flai Cgil, Fai Cisl e Uila Uil dell’Umbria – ma che vi sia in realtà dell’altro che purtroppo ancora non emerge e che potrebbe in seguito interessare altri segmenti aziendali”.

“La cosa che più colpisce – proseguono i sindacati – è che la Grifo latte ha costruito nel tempo figure professionali rispondenti alle necessità aziendali che transiterebbero alla cooperativa appaltante, questa è la vera anomalia, visto che in tutte le realtà produttive della nostra regione, anche le più importanti, laddove cooperative di servizi gestiscono i magazzini, queste lo fanno con personale e tecnici propri”.

Dunque, sostengono i sindacati “l’obiettivo reale dell’azienda è quello di trasferire i lavoratori, oggi direttamente occupati, ad una cooperative di servizi”.

Ma questo, dicono ancora Flai, Fai e Uila, “è un vero attacco ai diritti ed al salario dei lavoratori stessi”, per questo i sindacati chiedono alle istituzioni, Regione Umbria in testa, “considerando anche le ingenti somme di denaro pubblico di cui l’azienda ha usufruito e usufruisce”, di assumere “una posizione chiara e decisa a tutela dei diritti e dei salari dei lavoratori che, con questa operazione, a fronte di ulteriori aumenti dei carichi di lavoro, andrebbero a perdere oltre 200 euro al mese”. I sindacati hanno anche richiesto all’assessore regionale allo Sviluppo Economico Vincenzo Riommi l’apertura immediata di un tavolo di crisi sulla vertenza.

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