Iniziativa per il Sì a Massa Martana, Bocci: “Noi come un buon padre di famiglia”
MASSA MARTANA – “Siamo come un buon padre di famiglia, che ha messo mano ad un sistema istituzionale non più in grado di reggere ai tempi”. Lo ha detto il sottosegretario agli Interni Gianpiero Bocci a Massa Martana per “Cambiare si può”, insieme alla presidente dell’Assemblea legislativa Donatella Porzi e i consiglieri Eros Brega e Andrea Smacchi. “Non sarà facile – ha detto Bocci – Abbiamo più volte sollecitato il cambiamento ma quando c’è qualcosa che cambia il sistema, c’è una pancia molle che torna in superficie e si oppone a cambiamento. Siamo un paese che tende a conservare. In questa conservazione ci sono tanti privilegi o rendite di posizione”.
“il problema – ha proseguito – è che un referendum è stato trasformato in uno scontro politico. Se dovessi esprimere un desiderio, il desiderio più grande e’ che il 4 dicembre le persone lascino la tessera di appartenenza e la militanza politica. Noi del pd dobbiamo essere generosi, non ci deve essere un partito che si appropria di questo referendum. Fa piacere che il pd sia il partito che prova a cambiare il paese. In queste due settimane – ha proseguito il sottosegretario – dobbiamo provare a spiegare le ragioni del Sì senza accostarci una appartenenza politica. Vorrei poi non ci fosse una esagerata esaltazione del quesito referendario. Il quesito realizza un percorso naturale, un atto dovuto. Con la riforma non cambiamo gli equilibri tra i poteri dello stato. Non aumentano i poteri della presidente del consiglio. Rimettiamo mano ad una riforma che abbiamo fatto noi. Abbiamo fatto male perché abbiamo utilizzato utilizzato l’idea di legislazione concorrente che è diventata conflittuale, entrando il competizione con il principio di leale collaborazione tra i diversi attori dello Stato.
Fatto quello che farebbe un buon padre di famiglia, che cerca di rimuovere le ragioni del conflitto, perché si tratta di pezzi del stato che dovrebbero lavorare nella stessa direzione”.
Il sindaco di Massa, Maria Pia Bruscolotti, ha segnalato che il “voto è importante per tutti. Tanti politici hanno parlato di questa riforma. In un contesto in cui c’è sempre più gente lontana dalla politica, ascoltare che qualcuno vuole fermarsi a riflettere, è molto importante. Cambieremo l’organizzazione e i lavori del parlamento. Nostro obiettivo ora è convincere anche chi è indeciso e portarli a votare. Non solo querelle Renzi sì o Renzi no. Prendiamo coscienza del valore del nostro voto, che gli altri ci vogliono togliere. Siamo di fronte ad un passaggio storico per il nostro paese”. La presidente Porzi ha detto che ” Il 5 giorno non rappresenta la fine del mondo, sarà il giorno da cui ripartire per il risultato del referendum. Tutte le ragioni sono legittime, ma se vince il no ci saranno ricadute. La doppia camera è stato frutto di una concertazione ma, a distanza di tanto tempo, è assolutamente anacronistico. Anomalia tutta italiana sulla quale abbiamo discusso e di cui abbiamo parlato come impedimento per la crescita e la velocità. Nel nuovo senato rappresentanza territoriale – è un pretesto per dire no ad una cosa che ha impegnato camera e senato in sei votazioni. Oggi vedere le persone che hanno votato questa riforma inneggiare al no è un fattore di poca coerenza. Napolitano lo disse, il processo delle riforme non si doveva bloccare. Lo disse accettando la rielezione” .
Nello specifico della riforma c’è entrato il professor Castelli: “Siamo in un bicameralismo che fa acqua da tutte le parti, alla luce delle nuove esigenze. in Italia l’omicidio stradale per diventare reato c’ha messo sei anni. Nel 2013 elezioni politiche non decisive, non si potevano sciogliere le camere. Nel 2013 bersani non diventa presidente perché non aveva la fiducia alla Camera e al senato. Questo è un problema di tutto il sistema politico. Chiare avvisaglie anche con Berlusconi nel 1994, nel 1996 prodi iguale e nel 2006 prodi lo stesso. Abbiamo pensato di trasformarci in uno stato federale. La riforma del titolo quinto, che dava più poteri ai comuni e alle regioni. La produzione nazionale dell’energia viene affidata alle regioni. La riforma aggredisce il bicameralismo perfetto e il federalismo confuso. Il senato diventa senato delle autonomie, dove le autonomie possono far sentire la propria voce. Il senato non deve più dare la fiducia al governo. Questo significherà governi più stabili. Il vero combinato disposto non riguarda la legge elettorale ma tra federalismo e bicameralismo. Certo che non è una riforma perfetta ma è una riforma attesa da tanto tempo”. Ha preso la parola anche Smacchi: “Siamo inadeguati, il referendum servirà un paese forte e credibile, per farsi rispettare su problemi oggettivi, dove l’Europa non può girarsi”. “Noi i senatori che hanno votato una riforma che lo cancella. Noi consiglieri regionali sosteniamo una riforma che li cancella. Noi una riforma che è per il bene del paese”. Impegno ribadito anche dal consigliere regionale a Eros Brega.