La Dia di Napoli sequestra beni ai Casalesi: a Terni confiscata una quota d’impresa

Beni per oltre 6 milioni di euro sono stati confiscati dalla Dia di Napoli a soggetti ritenuti appartenenti al clan dei Casalesi. La confisca ha riguardato anche una società di Terni. Tra i beni raggiunti dal decreto, del valore di oltre 1 milione di euro, c’è anche una quota dell’impresa “Immobiliare colle verte s.r.l.” con sede a Terni, l’appezzamento di terreno e ad un fabbricato a Casal di Principe, già sottoposti a sequestro nel giugno 2010 in virtù del provvedimento del Tribunale di Santa Maria Capura Vetere.
L’operazione della Dia è avvenuta con tre diversi provvedimenti, due dei quali definitivi, emessi dal Tribunale di Santa Maria Capua Vetere. Il primo provvedimento riguarda la confisca definitiva penale di numerosi beni fittiziamente intestati a terzi ma comunque nella disponibilità di soggetti al vertice della fazione Bidognetti. I beni erano già stati sottoposti a sequestro preventivo nel mese di giugno del 2009, nell’ambito delle indagini dirette dalla Procura della Repubblica di Napoli su Francesco Bidognetti, detto “Cicciotto e Mezzanotte”, considerato per anni la mente economica del clan reinvestendo i proventi delle attività illecite dell’organizzazione in tenute agricole, masserie e lussuosi appartamenti, intestati a prestanome incensurati. Tra i beni confiscati, del valore di oltre 3 milioni di euro. Il secondo provvedimento riguarda la confisca di
prevenzione verso alcuni beni di Rocco Veneziano, detto Romolo, geometra e imprenditore edile sessantaduenne di Casal di Principe, riconosciuto punto di riferimento per la gestione degli interessi economici del clan dei casalesi, fazione Bidognetti. A lui sarebbe riconducibile la quota dell’impresa sequestrata a Terni.
Il terzo provvedimento riguarda la confisca operata nei confronti di Francesco Lampo, imprenditore edile cinquantunenne di Trentola Ducenta, ritenuto, almeno fino agli inizi del 2000, organico al clan dei Casalesi, fazione Zagaria, particolarmente attivo nella riscossione di tangenti e reinvestimento dei proventi. I beni confiscati, per due milioni di euro, sono un fabbricato e sette appartamenti a Trentola Ducenta.

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