La ferrovia Roma-Ancona compie 150 anni, ma è ferma a un secolo fa

FOLIGNO – La ferrovia Roma-Ancona, infrastruttura strategica per Umbria e Italia centrale, ha compiuto 150 anni ma è come se il tempo si fosse fermato a un secolo fa, o giù di lì, con il tanto atteso raddoppio non ancora realizzato nonostante sia ritenuto indispensabile per lo sviluppo della regione. Lo hanno detto in tanti, venerdì sera a Foligno, nel corso di una cerimonia per celebrare il 150esimo anniversario di questa arteria ferroviaria, inaugurata il 29 aprile del 1866. All’evento hanno partecipato amministratori comunali di oggi e di ieri, rappresentanti del mondo sindacale, cittadini ed è stato sottolineato come sia necessario portare a compimento il raddoppio del tracciato della Orte-Falconara, passando per Foligno, Gualdo Tadino e Nocera Umbra, senza “fantasiose e inutili variazioni”.
Il sindaco di Foligno, Nando Mismetti, ha ribadito la centralità ferroviaria della città, “punto di riferimento strategico nel panorama regionale e nazionale dei trasporti” ed evidenziato “la necessità di avviare un ragionamento sulle prospettive future di sviluppo, accelerando sul raddoppio della Orte-Falconara tenendo alta l’attenzione sulla velocizzazione della Foligno-Terontola, sul collegamento con l’alta velocità e sulla realizzazione della piastra logistica”. Infrastrutture ritenute “indispensabili” per l’intero Paese, insieme alla nuova statale 77 Val di Chienti, attraverso le quali passa un piano di collegamenti trasversali tra i due mari, il Tirreno e l’Adriatico, necessario per agganciare i mercati europei.
All’incontro, moderato dall’assessore allo sviluppo economico Giovanni Patriarchi, sono intervenuti anche rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil e il dirigente regionale Diego Zurli, che coordina l’ambito “Territorio, infrastrutture e mobilità” della Regione Umbria.
Alessandro Emili, segretario regionale di Uil Trasporti, ha sottolineato come il mancato raddoppio della Orte-Falconara penalizzi l’Umbria e invitato la Regione a trovare le risorse necessarie per completare il progetto di collegamento ferroviario tra i due mari, attraverso il quale passa il futuro dell’Umbria.
Gianni Martifagni, responsabile regionale della Fit Cisl, ha parlato di “inadeguatezza infrastrutturale” dell’Umbria, invocando un potenziamento delle tratte ferroviarie indispensabili come la Roma-Ancona e della necessità di agganciare l’alta velocità per portare l’Umbria fuori dall’isolamento in cui si trova. “A 150 anni di distanza dall’inaugurazione di questa linea ferroviaria – ha detto – c’è ancora molto da fare”.
Filippo Ciavaglia, segretario generale della Cgil di Perugia, ha evidenziato la necessità di “guardare al passato per disegnare un futuro che punti su sviluppo sostenibile, ammodernamento infrastrutturale e un rilancio degli investimenti per garantire ripresa economica. In questo quadro, la programmazione europea ha un ruolo strategico e Foligno, che è sempre stata cerniera d’Italia, deve essere protagonista nell’interesse dell’Umbria e di tutto il Paese”.
L’architetto Zurli, delegato dall’assessore regionale ai trasporti, Giuseppe Chianella, ha chiarito che nel piano di sviluppo della Regione Umbria sono state fatte due scelte prioritarie: il raddoppio della Orte-Falconara e la velocizzazione del tracciato Foligno-Terontola. Accanto all’alta velocità, è importante investire sui servizi e sulle cosiddette reti ferroviarie secondarie come adduttori indispensabili per la mobilità del Paese. Questi concetti sono stati condivisi anche con regioni limitrofe come Toscana e Marche”.

La linea ferroviaria Roma-Ancona fu pensata da papa Pio IX come arteria fondamentale per i traffici commerciali tra nord Europa, Mediterraneo e Oriente. Fu progettata a metà ‘800 e chiamata “Strada Ferrata Pio Centrale” in onore del pontefice, nome poi abbandonato dallo Stato italiano. Fu inaugurata il 29 aprile 1866, con l’apertura della linea Foligno-Falconara Marittima che completò l’intera tratta. L’Umbria divenne crocevia importante per i collegamenti e Foligno, per la sua centralità, si affermò come città ferroviaria e snodo cruciale.

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