Lavoro, calano le assunzioni a tempo indeterminato: il peggior dato delle regioni d’Italia

PERUGIA – Se aumentano i dati dell’Export, non crescono di certo quelli del lavoro. La fotografia è di Mario Bravi, presidente dell’Ires Cgil dell’Umbria, che parla dei numeri dell’Osservatorio nazionale sul precariato dell’Inps nel fornire i dati completi relativi a tutto il 2016, dove si sottolinea che in Umbria le assunzioni a tempo indeterminato sono state 12.875 con un calo del 46,1% rispetto al 2015: si tratta del peggior risultato tra tutte le regioni d’Italia (la media nazionale è pari a -37,6%).

Inoltre, si registra un crollo delle trasformazioni a tempo indeterminato da altri contratti (6.598) con un -40,7%.  Le attivazioni complessive sono state pari a 64.942 e le cessazioni 61.207, con una differenza positiva di 3.735 unità, ma il lavoro aggiuntivo che si è determinato è caratterizzato da estrema precarietà, anche di carattere giornaliero.

“Parliamo, naturalmente, dei voucher – dice Bravi – che confermano il loro boom anche nel primo mese del 2017: 141,030 quelli venduti in Umbria, dato simile a quello del primo mese 2016.  Siamo all’ennesima dimostrazione del fallimento del Jobsact e delle politiche di precarizzazione del lavoro in Umbria. Di fronte al perdurare di questa situazione appare ormai riduttivo parlare solo di crisi: siamo piuttosto di fronte ad una vera e propria stagnazione sul versante del lavoro che richiede politiche economiche alternative”.

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