Legge elettorale, Monacelli (Udc) rilancia il doppio turno

E’ la legge elettorale a tenere banco in Consiglio regionale. Mentre la commissione statuto si appresta a riunirsi per mettere a punto la proposta da sottoporre all’aula (il presidente Smacchi ha fissata la riunione per domani, vedi articolo), la capogruppo dell’Udc a Palazzo Cesaroni, Sandra Monacelli, ha presentato un pacchetto di cinque proposte emendative che prevedono: doppio turno, premio di maggioranza solo alle coalizioni che superano il 45 per cento, diverso metodo di assegnazione dei seggi, collegio unico regionale ed elezione non automatica del candidato presidente non eletto.

Monacelli ha illustrato i singoli interventi di modifica, spiegando che “il doppio turno risulta decisamente più democratico rispetto al turno unico. Il metodo di assegnazione dei seggi attualmente utilizzato, il ‘D’Hont’ andrebbe sostituito con un altro che non penalizzi le liste minori, altrimenti ridotte a portatrici d’acqua per i partiti maggiori. Il Collegio unico regionale servirà ad evitare l’eccessiva frammentazione della rappresentanza. Il premio di maggioranza dovrebbe scattare solo per le coalizioni che superano il 45 per cento, per evitare che, con la riduzione a 20 dei consiglieri regionali e la riduzione della partecipazione al voto, sia una minoranza elettorale a governare. Infine andrà prevista la non automatica elezione del candidato presidente che risulta non vincitore: il seggio dovrà comunque essere conquistato ottenendo preferenze”.

Monacelli ha sottolineato che quest’ultimo “è l’aspetto più innovativo della proposta ed è mirato alla valorizzazione delle persone, della capacità e del consenso popolare, per dare più potere ai cittadini”.

Il capogruppo Udc ha infine evidenziato la necessità di “evitare che il dibattito sulla legge elettorale si sviluppi soltanto all’interno di ristretti gruppi di interesse e sia mirato soltanto a garantire rendite di posizione. La dialettica che si è sviluppata risente di una anomalia, dato che i consiglieri regionali, come dei capponi che devono preparare il pranzo di Natale, non riescono a trovare il bandolo della matassa, dato che sono ossessionati dall’esigenza di ‘salvare la pelle’. Tutto ciò in un’Umbria asfittica, a corto di idee, ripiegata su se stessa e sfiduciata da una crisi che non è solo economica ma anche politica e di valori”.

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