Legge elettorale, il testo della Commissione piace a 2 componenti, gli altri 7 arricciano il naso

La legge elettorale “licenziata” dalla commissione speciale per le riforme statutarie piace a due su 9 dei consiglieri. Un dato, per altro prevedibile, visto che nell’ultimo mese i lavori della commissione sono proseguiti senza i rappresentanti di minoranza.

A pochi giorni dall’approvazione della proposta che il 16 e 17 febbraio sarà portata all’esame del Consiglio regionale, l’Acs, l’agenzia stampa del Consiglio, ha raccolto i commenti. Su nove componenti della Commissione speciale per le riforme statutarie, sette hanno espresso giudizi fortemente negativi e variamente motivati sulla proposta di nuova legge elettorale regionale approvata nei giorni scorsi con i voti favorevoli di Pd e Psi, il voto contrario di Prc-Fds e la non partecipazione di tutti gli altri gruppi

Andrea Smacchi (Pd – presidente Commissione) – “La proposta individua dei punti normativi fondamentali. Quello delineato è un modello umbro, una proposta innovativa. Per la prima volta vengono introdotti collegio unico regionale e preferenza di genere, confermato il turno unico. Questi gli obiettivi fondamentali: riavvicinare i cittadini alla politica e rendere trasparente il Palazzo; facilitare la rappresentanza territoriale e dare la possibilità ai singoli consiglieri di rappresentare l’intera regione. Si chiude così una fase e se ne apre un’altra relativa ai lavori d’Aula in cui auguro possano in qualche modo tornare a dare il loro contributo anche quei gruppi politici che in questa fase hanno scelto di abbandonare i lavori”.

Raffaele Nevi (Forza Italia – vicepresidente Commissione) – “Forte critica a questa legge perché Pd e Psi si sono studiati i contenuti su misura per le proprie esigenze e per quelle degli altri ‘cespuglietti’ politici. In Commissione Statuto hanno riproposto quei contenuti, approvandoli poi in modo blindato. Questo è un atteggiamento che definiamo ‘allucinante’ rispetto al quale siamo in totale disaccordo. In Aula proporremo degli emendamenti e se anche lì si riprodurranno da parte della maggioranza quegli atteggiamenti allora daremo vita a proteste clamorose”.

Damiano Stufara (Prc-Fds) – “Si è scritta una brutta pagina del regionalismo umbro. abbiamo votato contro una pessima legge elettorale perché vi si fa carta straccia della democrazia. L’obiettivo del Pd era quello di scrivere una normativa a proprio uso e consumo per avere nella prossima legislatura la maggioranza assoluta dei seggi senza avere quella dei voti. Noi chiediamo invece di salvaguardare la proporzionalità del voto delle elettrici e degli elettori”.

Massimo Buconi (Psi) – “Giudizio positivo sui contenuti della nuova legge. Se si fosse mantenuta quella attuale per le forze cosiddette minori, di centrodestra e centrosinistra, sarebbe stato impossibile accedere. Con la diminuzione del numero dei consiglieri, infatti, avremmo avuto solo i rappresentanti di due o tre partiti. Questo rischio è stato finora scongiurato e mi auguro che ciò sia confermato in Aula. C’è la disponibilità del gruppo socialista a recuperare una discussione positiva con l’opposizione e anche con gli altri partiti della maggioranza per migliorare ulteriormente questa proposta”.

Paolo Brutti (Idv) – “Questo testo, insieme a cose positive, presenta un grave profilo di incostituzionalità: è noto che non si può dare un premio di maggioranza se non superando una soglia che va fissata nella legge, la Corte costituzionale ha voluto questo per non cadere nella illegittimità. Questa legge presenta purtroppo questo dato e io credo che in Aula bisognerà discutere approfonditamente per evitare il rischio di eleggere un Consiglio che alla fine risulterebbe delegittimato”.

Orfeo Goracci (Misto – Comunista Umbro)– “Il testo approvato in Commissione è fatto su misura per il Partito democratico e per i partiti satelliti, non tiene conto di quelle che sono le condizioni oggettive della nostra regione. È antidemocratico perché taglia aree territoriali e politico-culturali, e di fatto definisce un percorso che rischia di portare a un ulteriore allontanamento dei cittadini dalle istituzioni”.

Sandra Monacelli (Udc) – “Questa legge è il frutto della paura di perdere da parte di chi l’ha proposta, il Pd non ha affatto metabolizzato le sconfitte delle ultime elezioni amministrative in Umbria, dopo anni ininterrotti di governo, e per questo ha voluto preconfezionare una vittoria, a prescindere da quello che sarebbe stato lo scarto e l’entità del risultato. È una legge totalmente sbagliata che non distribuisce bene il rapporto democratico”.

Massimo Mantovani (Misto – Ncd) – “Questa legge è un ‘mostro giuridico’ sotto vari aspetti. In particolare noi ci appelliamo al presidente Mattarella che, da membro della Corte costituzionale, bocciò il cosiddetto ‘Porcellum’ in quanto il premio di maggioranza era assolutamente sproporzionato rispetto ai voti conseguiti. Così è anche in questa legge elettorale. Noi quindi scriveremo al presidente della Repubblica e al Governo per rappresentare tutto ciò, attraverso un ricorso dettagliatamente motivato”.

Franco Zaffini (Fratelli d’Italia) – “La proposta è irricevibile, unilaterale e scorretta perché questo tipo di regole si stabiliscono insieme. Dare un giudizio sulla bozza normativa licenziata da questa pseudo Commissione è impossibile, perché non è una proposta di legge elettorale ma un libro dei sogni del Pd e dei suoi alleati – solo i socialisti peraltro – con delle regole che convengono solo a loro”.

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