Legge elettorale, il Pd trova “la quadra”, lunedì la proposta in Commissione statuto

Torna il sereno dopo la tempesta all’interno del gruppo consiliare del Pd. Cinque giorni sono stati sufficienti a smaltire i bollori e a trovare l’elemento di sintesi condiviso. Le posizioni distanti emerse nel corso della riunione di lunedì intorno alla questione della rappresentatività dei partiti minori, hanno trovato un accordo. I consiglieri hanno ribadito il principio che i seggi andranno assegnati in base ai voti validi espressi. La rappresentatività dei partiti minori sarà commisurata sulla base del risultato elettorale conseguito dal Pd: più voti conseguirà il Partito Democratico e più alta sarà la soglia di sbarramento degli altri partiti della coalizione e viceversa. Per dirla in altri termini, all’interno della coalizione vincente, i partiti minori non dovessero prendere in via naturale almeno un seggio, scatterebbe un correttivo: i tre seggi del premio di maggioranza verrebbero destinati ai partiti o alle liste che raggiungano almeno l’8% dei voti presi dal Partito democratico.

Nel corso della riunione sono state approvate anche due modifiche proposte dal presidente della commissione statuto, Andrea Smacchi. La prima riguarda l’obbligo delle firme: viene meno l’esenzione vigente, e tutti i partiti sono obbligati a raccogliere le sottoscrizioni. Il numero delle firme, però, si dimezza e passa da un minimo di 1500 a un massimo di 2000 (attualmente sono richiesti un minimo di 3000 e un massimo di 4000 sottoscrizioni).

“La modifica è stata proposta – spiega Smacchi – in seguito alle richieste che sono venute dalle audizioni in commissione statuto”.

L’altra modifica è l’abbassamento del budget massimo spendibile per la campagna elettorale dei candidati al consiglio e alla presidenza. Per i primi il tetto di spesa passa da 35mila euro a 25mila, per la presidenza da oltre 200mila a un massimo di 100mila.

Per il resto la proposta del Pd sulla legge elettorale conferma il collegio unico, la doppia preferenza di genere e l’abolizione del listino, che non è mai stata in discussione. La proposta partorita dal Partito Democratico lunedì sarà presentata in commissione Statuto, convocata per le 15.

“Prendiamo atto del buon esito della discussione all’interno del Gruppo consiliare del Pd sulla legge elettorale regionale e valutiamo positivamente il fatto che si sia trovata una composizione intorno a una proposta che si inserisce pienamente nel solco di quanto indicato dalla Direzione regionale del Partito Democratico umbro nel merito”. Così il segretario regionale del Pd Umbria Giacomo Leonelli, che aggiunge: “Ringrazio il capogruppo e tutti i consiglieri dello sforzo fatto per trovare una sintesi. Ora il confronto si sposta in Consiglio regionale, dove il Partito Democratico arriva con una proposta di legge buona e ragionevole, che porta elementi di innovazione importanti come l’abolizione del listino e l’introduzione della doppia preferenza di genere e del collegio unico regionale”.

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