L’Eurispes: “le Asl umbre sono troppe piccole”
PERUGIA – Le Asl umbre sono troppe e troppo piccole: questo è quanto emerge da un’indagine condotta da “Termometro della Salute”, presentato dall’istituto di ricerca Eurispes. “La taglia delle aziende sanitarie è tutt’altro che omogenea – spiegano i ricercatori – dalla small in Sardegna e Friuli con appena 150mila utenti, alla large di Trento e Bolzano (500mila). Ma sta di fatto che la maggior parte delle aziende sanitarie in Italia è più grande di quelle umbre, che sono quattro: due Asl più le aziende ospedaliere di Perugia e Terni per meno di un milione di abitanti. Un direttore ogni 225mila residenti è tanto anche per i freddi parametri statistici”. La ricerca Eurispes inoltre, come si legge dalle colonne del Messaggero, mette in fila anche una serie curiosità relative ai conti. Tra il 2002 e il 2015 la spesa sanitaria pubblica pro capite è aumentata in Umbria di circa il trenta per centro – un dato in linea con la media – ma contemporaneamente (dal 2001 al 2013) il numero degli addetti ai lavori è rimasto lo stesso mentre la media nazionale ha fatto segnare un meno due per cento. Un’altra curiosità storica: durante il ciclo di contrazione della spesa degli anni ’90, soltanto poche Regioni non sono scese sotto la quota del 1992, l’Umbria è tra queste. E ancora, nel 2016 sono stati individuati dodici persone che avevano usufruito di quasi 8mila euro di esenzioni non dovute. Per quanto riguarda invece le strumentazioni, gli ambulatori umbri sommano quasi 450 apparecchi per emodialisi. In rapporto alla popolazione, rispetto alle altre regioni è un record: il doppio della media nazionale. Una situazione simile per i mammografi: negli ospedali italiani ce ne sono 106 per ogni milione di donne tra i 45 e i 69 anni, in Umbria la cifra statistica è più alta: 153. Nel complesso, leggendo le statistiche, la sanità umbra non sembra messa male, ha solo bisogno di rifare il tagliando.