Ludopatia, a Foligno Consiglio comunale aperto. Sono 357 gli umbri in cura, 1.397 le sale da gioco
FOLIGNO – La lotta al gioco d’azzardo patologico finisce in Consiglio comunale a Foligno, città dove c’è la sede del Centro di riferimento per il trattamento della ludopatia. L’assemblea ha affrontato l’argomento con un’adunanza aperta ad associazioni, esperti e cittadinanza. All’iniziativa è intervenuto l’assessore regionale alla Coesione sociale e al welfare, Luca Barberini, sottolineando che “è la prima volta, dopo l’approvazione della legge regionale, che una tematica del genere, è al centro di un Consiglio comunale” e che “l’Umbria è tra le poche Regioni italiane che hanno approvato, applicandola, una normativa specifica su questo tema rivelandosi tra le più impegnate”
Per dare l’idea dell’incidenza del fenomeno in Umbria, Barberini ha ricordato che “su una popolazione complessiva di circa 900mila residenti, oltre 10mila, in pratica il 6 per cento del totale, rientra nella sfera del gioco d’azzardo patologico, in una fascia d’età compresa tra i 15 e i 74 anni. Pensavano di trovarci in un contesto dove la fascia d’età fosse medio alta. Invece ci sono dati, che stiamo analizzando, che riguardano in particolare i giovani. E la tendenza è quella di un aumento progressivo di questa fascia. Per il 2015 – ha evidenziato Barberini – sono stati 357 gli umbri presi in carico dai servizi per gioco d’azzardo patologico, mentre sono 1.397 le sale da gioco autorizzate, di cui 77 a Foligno”.
Ha aperto i lavori del Consiglio l’intervento di Lucia Coco, psicologa e psicoterapeuta che ha ripercorso la storia e le varie situazioni legate al gioco d’azzardo con tutte le conseguenze per il giocatore sul piano economico (debiti) e familiare (separazioni). “Non è vero – ha detto – che si nasce giocatori d’azzardo. C’è chi diventa giocatore per eccessiva offerta, c’è chi lo diventa perché emotivamente vulnerabile e chi è giocatore antisociale. Spesso crea dipendenza una grossa vincita in palio. Poi c’è la fase perdente spesso seguita dalla fase della disperazione. Ciò che spesso rinforza il gioco d’azzardo patologico – ha osservato – è la quasi vincita”.
La responsabile del Centro Regionale di Riferimento per il trattamento della dipendenza da gioco che ha sede a Foligno, Sonia Biscontini, direttore del Dipartimento Dipendenze della Asl 2, ha spiegato le motivazioni alla base dell’attivazione di questo servizio, oltre alla funzione e alla relativa operatività. “Il periodo preso in analisi – ha affermato Biscontini – è quello compreso tra settembre 2015 e settembre 2016”. In questo ambito sono 46, 39 uomini e 7 donne, i soggetti presi in carico dal periodo precedente e che hanno una fascia d’età che va dai 25 agli oltre 44 anni. I soggetti, invece, ammessi nel periodo sono 27, 23 uomini e 4 donne, d’età tra i 19 e gli oltre 44 anni. Le persone, invece, dimesse e riammesse nel periodo sono state 25, 22 uomini e 3 donne; quelli dimessi negli anni precedenti e riammessi nel periodo sono state 3, tutti uomini, mentre i soggetti fisici assistiti nel periodo sono stati 76, di cui 65 uomini e 11 donne, e quelli dimessi nel periodo 29, di cui 26 uomini e 3 donne”.
Nello stesso periodo di riferimento i soggetti in carico al Centro di riferimento regionale residenti in Asl 2 sono stati 53 , 44 uomini e 9 donne, ed hanno un’età che va dai 19 agli oltre 44 anni. Quelli, invece, residenti in Asl 1 sono stati 20, 18 uomini e 2 donne, mentre quelli residenti fuori regione sono stati 3, tutte donne. Dopo le relazioni è seguito il dibattito con la partecipazione dei rappresentanti delle associazioni e dei consiglieri comunali.