Macroregione: Umbria, Toscana e Marche fanno a tavola le prove di avvicinamento

PERUGIA – Con un lavoro comune, non calato dall’alto, la macroregione si può fare ma la strada è ancora lunga: non si tratta di unire astrattamente i confini. E’ questo più o meno il senso dell’incontro avuto oggi a Perugia tra i tre presidenti di Umbria, Toscana e Marche. Per ora di concreto c’è stato solo il pranzo. Catiuscia Marini, Enrico Rossi e Luca Ceriscioli ne hanno parlato intorno a un buon bicchiere di Sagrantino.
“Immaginiamo che si può fare un lavoro comune – ha detto Catiuscia Marini nel corso della conferenza stampa che si è tenuta nel pomeriggio a Palazzo Donini – non calando dall’alto l’idea astratta di macroregione, ma integrando politiche e servizi, condividendo obiettivi comuni con lo scopo di rafforzare le nostre regioni, non rinunciando a qualcosa e mettendo al centro le imprese, le persone e il futuro delle comunità”.
“Noi – ha spiegato Marini – la macroregione la immaginiamo come una prospettiva futura di lavoro, che serva a far crescere le nostre regioni, a dare più opportunità di lavoro, a migliorare la qualità dei servizi e quindi a garantire un futuro anche ai nostri territori. Questa – ha aggiunto – è una parte d’Italia che ha saputo fare al meglio la sua funzione sullo sviluppo, sulla crescita, sulla sanità, sui servizi che abbiamo gestito. Ora stiamo immaginando un percorso comune che serva davvero alla nostra comunità ma anche all’Italia per fare meglio”.
Subito dopo le feste natalizie i tre presidenti si rivedranno per stilare un documento da presentare ai rispettivi consigli regionali.
“Intanto – ha sottolineato Enrico Rossi – iniziamo un processo in cui lavorare insieme per confrontarci e anche scambiarci idee, servizi, buone prassi. Su questo potremo dialogare coinvolgendo le forze sociali, non solo quelle politiche. Non credo che dovremo rinunciare a nulla, siamo qui per dare migliori servizi ai cittadini”.
Quanto ai temi di confronto, “al primo posto – secondo Rossi – ci sono i fondi comunitari, si può cominciare a capire se si possono gestire meglio, se ci possono essere integrazioni nell’agricoltura ma anche sul problema per noi cruciale dell’internazionalizzazione. Abbiamo caratteristiche sociali ed economiche che sono molto simili quindi, siccome le politiche economiche si basano molto sui fondi comunitari, su questa base possiamo cominciare a lavorare insieme”.
Non esiste, al momento, dunque un tema di ridisegno dei confini. “Noi – ha chiarito Ceriscioli – questa casa nuova vorremmo a costruirà dalle fondazioni, che significa condividere scelte politiche. Tutto quello che riusciremo a fare oggi mettendo insieme identità molto forti, ma che condividono tante cose, servirà a creare quel terreno su cui costruire un’identità nuova”.

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