Macroregioni, il Trasimeno si organizza e studia le strategie per aggregare turismo e infrastrutture

CITTÀ DELLA PIEVE – Iniziativa super affollata al Palazzo della Corgna per parlare di macroregioni, con un focus specifico sul futuro del Lago Trasimeno. Il convegno è stato organizzato dall’associazione Umbria Domani e ha visto la partecipazione del sottosegretario al ministero dell’Interno Gianpiero Bocci. Presenti molti sindaci del territorio e il consigliere regionale Andrea Smacchi. In questa occasione il gruppo di lavoro sul Trasimemo, in ottica macroregioni, ha fatto il punto parziale dei propri lavori, raccogliendo spunti e idee che vanno tutte verso una maggiore progettualità integrata con il comprensorio toscano. Integrazione che deve andare sul ruolo del Lago, sul turismo e sulle infrastrutture.

Il convegno ha fatto anche il punto sul lavoro del gruppo istituito per studiare la situazione istruttoria. Segatori ha parlato di “riflessività sistemica” del territorio, cioè il momento in cui un organismo debole si ferma a riflettere per studiare la modalità di rialzarsi e reagire. “Su stimolo del sottosegretario Bocci – ha detto Segatori- ci siamo messi insieme e abbiamo studiato. Abbiamo individuato cinque cicli politici da cui ripartire”. Un excursus storico culminato dalla consapevolezza del proimageiettare il ripensamento sull’area vasta del Trasimeno anche verso la Toscana. Andrea Tocci, del gruppo di lavoro, ha parlato del metodo, che si è concentrato sulla mappatura dell’esistente, a partire dall’allevamento che è passato ai suini, spostandosi dagli ovini. Giselda Bruni ha invece toccato i livelli che andrebbero integrati, a partire dai collegamenti infrastrutturali. Il sindaco Scricciolo ha stigmatizzato la difficoltà alla creazione di una forte unità politica nel territorio.

L’intervento più atteso è stato quello del sottosegretario Gianpiero Bocci, soddisfatto per il pienone in sala: “L’affluenza di oggi dimostra che la politica deve tornare a parlare di queste cose e deve fare anche un esame di coscienza sulla reale apertura verso tutte le professionalità in grado di affrontare le problematiche. Serve essere – ha detto Bocci – inclusivi e non esclusivi. Serve prendere consapevolezza che da soli non si va da nessuna parte e quindi occorre non subire gli eventi ma esserne protagonisti. Sulle macroregioni non possiamo fare la somma di quelle esistenti ma dobbiamo partire dalle città e dai processi integrativi, come quello delle Bcc verificatosi in Umbria. E il convegno di oggi è una tappa importante, che nasce dal lavoro di un anno. Dobbiamo capire che il mercato dell’Umbria o si espande o così non sarà mai in grado di sviluppare un piano industriale grande e convincente. Il 30 per cento del pil e’ condizionato da quanto succede alle acciaierie. Se basta la Merloni o l’Ast per mettere in crisi il prodotto interno, serve riconoscere che c’è un problema”.

Per Bocci serve riconoscere i territori che hanno la potenzialità di espandersi, e farlo dove c’è utenza. “Si può anche fare un distretto della pesca da lago ma serve anche che Terni “aggredisca” il Lazio e il Trasimeno guardi alla Toscana”. E le proposte concrete devono andare anche verso l’integrazione delle infrastrutture: “esempio ne è l’alta velocità. Ogni giorno cambia il luogo per la stazione ma non possiamo pensare che servano più stazioni per collegare. Ne servono meno e che diamo più vantaggi. In tutto ciò però non si pensò di fare a meno della piccola e media industria”. E, alla fine, la provocazione conclusiva: “E perché non allargare anche l’area del Trasimeno ai territori come Ficulle, per cercare di allargare il bacino?”

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