Morbillo all’ospedale Foligno, contagiata operatrice sanitaria: ricoverata, lo trasmette alla sorella

FOLIGNO – Un’operatrice sociosanitaria del Folignate, impiegata nel territorio spoletino, ha contratto il morbillo assistendo un paziente. È stata così ricoverata nel nosocomio di Foligno, assistita dalla sorella la quale è a sua volta rimasta contagiata e trattenuta nello stesso ospedale in isolamento per evitare un’ulteriore diffusione della malattia, ritenuta pericolosa per le conseguenze anche gravi che può portare.
Al San Giovanni Battista sono subito scattate le procedure di allerta sanitaria, con analisi sierologiche a tutti gli operatori sanitari entrati in contatto, ma la situazione sembra essere sotto controllo.
In una nota, direzione medica del presidio ospedaliero fa sapere che “le condizioni della paziente ricoverata in isolamento presso l’Ospedale di Foligno dopo aver contratto il morbillo a seguito di contagio da una parente dipendente della Usl Umbria 2. Il decorso della malattia non presenta complicazioni e l’esantema è in diminuzione.
Come previsto dalla Legge 119/2017, entrata in vigore ad agosto, l’Azienda si sta organizzando per individuare lo stato immunitario dei dipendenti, che dovranno auto-certificare la situazione personale sotto la propria responsabilità”.
Questo ennesimo caso di malattia infettiva contratta in ospedale, riapre la questione della necessità dei vaccini anche per gli operatori sanitari non immunizzati verso le principali malattie esantematiche, per cui le vaccinazioni sono obbligatorie. In Umbria il tasso di copertura vaccinale per il morbillo è bel al di sotto la soglia di sicurezza del 95 per cento, raccomandata dall’Organizzazione mondiale della sanità, seppure superiore alla media nazionale. Dall’inizio del 2017 alla fine di agosto sono stati 80 i casi accertati di morbillo, molti dei quali fra operatori sanitari dell’ospedale di Terni dove c’è stata una vera e propria epidemia.

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