Movimento Cinque Stelle: “Fare chiarezza su Sviluppumbria e sulla Camera arbitrale palestinese”

Per il Movimento Cinque Stelle “alcune spese effettuate da Sviluppumbria sulla Camera arbitrale palestinese, non fanno tornare i conti in tavola”.

“Esattamente quattro anni fa – spiega Carbonari – veniva inaugurata a Ramallah la Camera arbitrale palestinese, accompagnata da dichiarazioni entusiastiche della Presidente Marini. L’ente sarebbe finalizzato alla risoluzione delle controversie legate a contratti commerciali, finanziari e
ingegneristici in Palestina e in pochi sanno che l’ente è stato pagato con soldi dei cittadini umbri congiuntamente a fondi statali.

Secondo la delibera della Giunta regionale ‘1166/2010’, fu la stessa Presidente Marini ad avanzare la proposta, che solo fino al 2014 era già costata alle casse dei cittadini 663mila 577 euro, a cui si aggiungono i costi successivi e centinaia di migliaia di euro in consulenze che Sviluppumbria paga ai consulenti dell’ente, che dovrebbero fare formazione agli arbitri
palestinesi”.

“A capo del progetto – prosegue Carbonari – fu scelto una persona che solo dal maggio 2014 a dicembre 2015 ha percepito 136mila 500 euro da Sviluppumbria come proroga per l’incarico. Il curriculum vitae di questa persona è stranamente assente dal sito di Sviluppumbria, quindi non sappiamo neanche se ha una laurea.

Ma basta fare una ricerca in internet per scoprire che era il responsabile politico-amministrativo e portavoce regionale del Partito Democratico in Umbria. Nel 2010 questa persona avrebbe rinunciato a candidarsi alle primarie del Pd umbro, dalle quali uscì vincitrice Catiuscia
Marini.

Pochi mesi dopo la Presidente promosse il progetto con la delibera
‘1166/2010’”.
“Intanto – continua Carbonari – in questi quattro anni, stando allo scarno e non aggiornato sito internet, la Camera arbitrale palestinese sembra aver fatto quasi nulla, salvo due corsi che si sono tenuti negli scorsi mesi.

E nel sito non c’è indicazione di quanti casi siano stati risolti, semmai ce ne siano stati. Gli unici ad averci guadagnato da questa vicenda sembrano essere i tanti beneficiari di consulenze e viaggi, pagati dai cittadini umbri.

Il solo capo del progetto è costato alla Regione Umbria decine di migliaia di euro solo in missioni all’estero già dal 2007, essendo stato scelto con decreto ‘191/2005’ dell’allora Presidente della Giunta regionale con ‘funzioni di direzione politica in materia di rapporti
internazionali’”.

“Decine di migliaia di euro – conclude Carbonari – pagati dalla Regione Umbria e da Sviluppumbria. Una partecipata che preferisce dirigere le proprie risorse altrove e non certo a vantaggio degli imprenditori umbri, sempre più sofferenti e abbandonati. Continueremo con gli approfondimenti sulla vicenda, con i dovuti atti e le eventuali denunce per scoprire quali siano veramente i criteri di selezione delle consulenze in Sviluppumbria”.

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