Olio dop, il Parco tecnologico agroalimentare individuato come autorità di controllo delle produzioni

PERUGIA – La Giunta regionale dell’Umbria ha individuato nella società in house providing 3°- Parco Tecnologico Agroalimenare dell’Umbria, il soggetto da indicare al Ministero delle Politiche Agricole quale autorità di controllo sulle produzioni DOP e IGP regionali già riconosciute e per quelle di futuro riconoscimento: lo rende noto l’assessore regionale all’Agricoltura, Fernanda Cecchini.
“Una sentenza del Tar del Lazio – ha spiegato l’assessore – ha annullato di recente il decreto del ministero delle Politiche agricole che riconosceva al Consorzio di tutela Olio extra vergine Dop Umbria la legittimità ad individuare e segnalare al ministero l’organismo di certificazione. Alla luce di ciò, la Giunta regionale ha individuato nel Parco Tecnologico Agroalimentare dell’Umbria, il soggetto a cui affidare le attività di ricerca, sviluppo e trasferimento tecnologico, nonché di certificazione di qualità e sicurezza alimentare, regolamentate dalle vigenti normative comunitarie”. “I marchi di origine, disciplinati dal regolamento ‘1151/2012’ del Parlamento europeo e del Consiglio del 21 novembre 2012, – ha detto l’assessore Cecchini – rappresentano un importante strumento di tutela e valorizzazione delle produzioni di qualità regionali e sono, al contempo, elementi di protezione di specificità produttive locali e strumenti di differenziazione sul mercato. In questi marchi, inoltre, è rintracciabile un forte elemento di garanzia per i consumatori, in virtù del regime di controllo e certificazione cui sono sottoposti i processi produttivi e le produzioni a denominazione d’origine. In base al regolamento della Comunità europea – aggiunge l’assessore – ogni Stato designa l’autorità competente per lo svolgimento dei controlli ufficiali individuando nel Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali un elenco degli organismi privati cui affidare le attività di controllo dei prodotti agricoli ed alimentari a denominazione di origine protetta”.L’assessore ha precisato che “tali organismi devono offrire garanzie sufficienti di obiettività ed imparzialità nei confronti di ogni produttore, trasformatore e confezionatore soggetto al controllo e disporre permanentemente di esperti, dei mezzi necessari e delle procedure adeguate ad assicurare i controlli”.

La legge n. 526/99 stabilisce che la scelta dell’organismo privato da parte dei soggetti richiedenti il marchio di origine è effettuata tra quelli iscritti nell’elenco istituito presso il MIPAAF o che, in assenza di tale scelta, le Regioni e le Province autonome, nelle cui aree ricadono le produzioni, indichino le autorità pubbliche o gli organismi privati che devono essere iscritti all’elenco all’attività di controllo.

L’assessore Cecchini ha reso noto che “il Regolamento comunitario stabilisce che i costi del controllo e della certificazione dei marchi di origine sono a carico degli operatori e, visto che nella fase di partenza e consolidamento di una denominazione protetta sul mercato, la spesa potrebbe risultare, soprattutto per i piccoli produttori, assai gravosa e difficilmente sostenibile non solo sotto il profilo economico, ma anche sotto il profilo organizzativo e gestionale, la Regione ha ritenuto di attivare ogni iniziativa per favorire le aziende individuando un’autorità di controllo regionale”.

“L’individuazione di un soggetto preposto all’autorità di controllo  – ha proseguito l’assessore – permetterà così non solo a ridurre al minimo i costi a carico delle diverse filiere, ma a garantire la sostenibilità dei costi di controllo, l’accompagnamento dei produttori nell’inserimento in regimi di controllo e certificazione comunitaria,  l’obiettività, l’imparzialità e l’indipendenza nei confronti dei produttori, trasformatori e confezionatori inseriti nei regimi di controllo e certificazione, la disponibilità di esperti, di mezzi necessari e di procedure adeguate”.

 

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