Omicidio del Bellocchio, Rosi ha tentato di togliersi la vita in carcere facendo un cappio con gli indumenti

PERUGIA – Francesco Rosi, l’omicida del Bellocchio, ha tentato due volte di uccidersi in carcere. I tentativi si sono verificati il 3 e il 4 gennaio scorsi. L’uomo è in completo isolamento ma sorvegliato a vista e sottoposto alla vigilanza di alcune telecamere. La prima volta avrebbe usato una giacca, la seconda una camicia. Si è arrotolato questi indumenti intorno al collo e poi ha stretto più forte possibile. In entrambi i casi è stato bloccato dalle guardie, tempestivamente intervenute. La notizia non ha trovato la conferma del legale, Luca Maori, che pure ha parlato di una condizione mentale al limite per il suo assistito.

Rosi è sempre sorvegliato ma ha anche la possibilità di uno spazio per passeggiare e ha una televisione che può accendere secondo il regolamento che seguono anche gli altri detenuti. Sull’omicidio del Bellocchio potrebbe arrivare a breve la chiusura delle indagini. Rosi è in carcere per aver ucciso la moglie, Raffaella Presta, a fucilate nel pomeriggio del 25 novembre 2015, il giorno della Giornata Internazionale della violenza contro le donne. In casa, nel momento dell’omicidio, c’era anche il figlioletto. Rosi da allora è detenuto presso il carcere di Capanne e lo stesso giudice del tribunale del Riesame ha ammesso la sua “eccezionale” pericolosità, rigettando la richiesta di misure più leggere presentata dai legali. A far perdere le staffe a Rosi sarebbe stata la gelosia e il rapporto sarebbe stato molto tormentato.

 

 

 

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