Omicidio Moracci: la Corte d’Assise di Perugia riduce le pene

TERNI – La Corte d’assise d’appello di Perugia, riformando la sentenza di primo grado, ha condannato oggi a 18 anni di reclusione Claudio Lupi e Gianfranco Strippoli e a 14 anni Angela Cioce e Daniel Buzdugan, considerati i complici della rapina in cui, il 28 aprile 2015, a Terni, morì il 91enne Giulio Moracci. Così come già deciso a febbraio sempre dai giudici perugini per i due presunti autori materiali del colpo – i romeni Gheorghe ed Elvis Buzdugan, condannati all’ergastolo dal tribunale di Terni e poi a 18 anni in secondo grado – il collegio ha riqualificato per i quattro imputati l’iniziale accusa di omicidio volontario in omicidio preterintenzionale.
In primo grado Lupi era stato condannato dalla Corte d’assise di Terni a 26 anni, Strippoli a 24 e gli altri due a 20.
“E’ una sentenza che non ci sorprende, visto il precedente” ha commentato l’avvocato di parte civile, Andrea Colacci, che oggi, sostenendo la tesi della procura generale, aveva chiesto la conferma delle condanne di primo grado.
Presente in aula anche Filippo Moracci, il figlio della vittima, che, riferisce il suo legale, “temeva questo epilogo e ne ha preso atto”. “La questione è giuridicamente molto sottile – ha continuato l’avvocato Colacci – e le pene non sono comunque lievi, nonostante la congrua riduzione”.
Il legale ha annunciato inoltre di avere depositato un’istanza al procuratore generale perché, in merito al procedimento parallelo che coinvolge i due autori materiali della rapina, proponga ricorso in Cassazione proprio sul punto della derubricazione.
Lupi e Strippoli sono ritenuti i due basisti del colpo, così come la Cioce, colf della famiglia Moracci, mentre Buzdugan sarebbe stato il palo.
“Soddisfazione” per la sentenza d’appello è stata espressa da uno dei difensori, l’avvocato Luca Maori. Il legale ha comunque spiegato che una volta depositate le motivazioni della sentenza sarà valutato ricorso in Cassazione.

Secondo la ricostruzione dei carabinieri, Claudio Lupi (uno dei due basisti) avrebbe individuato l’obiettivo del colpo, sapendo che la famiglia Moracci aveva in casa gioielli e denaro. Aiutato probabilmente anche dalla colf domestica, Angela Cioce. La mattina del fatto sarebbe stato proprio Claudio Lupi ad indicare ai tre rumeni: Elvis Katalyn Epure, Gheorghe e Daniel Buzdugan, la strada per arrivare all’abitazione e ad ospitarli a pranzo prima di compiere il colpo intorno alle ore 13.30. Pranzo al quale sarebbe stata invitata anche la domestica.

Gianfranco Strippoli (l’altro basista) sarebbe intervenuto sulla scena nel momento di mettere in atto lo stratagemma per farsi aprire il cancello di casa. E’ lui che avrebbe suonato al campanello spacciandosi per il postino che doveva consegnare il telegramma. La signora Moracci, dopo il ricovero in ospedale (29 aprile)raccontò ai militari di essere stata subito aggredita e legata mani e piedi ad una sedia della cucina, con la bocca e il naso chiusi con del nastro adesivo. La stessa anziana avrebbe rischiato di soffocare, mentre dalla camera sentiva provenire i lamenti del marito. Marito, Giulio Moracci di 91 anni, ex imprenditore agricolo con problemi di salute che è morto durante la rapina. I militari lo trovarono riverso sul letto a faccia in sotto, e l‘autopsia sul corpo dell’anziano decretò la morte per soffocamento. Alla fine del colpo i due rumeni fuggirono verso l’auto, la Bmw, dove si trovava il terzo rumeno ad aspettarli. Si trovarono però di fronte i carabinieri che li arrestarono.

Secondo i militari del reparto operativo, Claudio Lupi e Gianfranco Strippoli avevano stilato una sorta di calendario per realizzare altre rapine o furti. Come nel caso del colpo a casa dei Moracci, gli altri sarebbero stati realizzati da bande, forse sempre di stranieri, provenienti dall’Hinterland romano. Uno, in particolare, sarebbe stato progettato a breve.

Dalla lettura degli atti ufficiali viene fatta luce anche sul perchè della presenza dei Carabinieri sul luogo della rapina-omicidio. Emerge infatti che sarebbe stato proprio uno degli indagati ad avvertire i militari che una banda rumena stava per compiere un furto a Terni. Sempre grazie alla “soffiata” ricevuta, i carabinieri erano poi riusciti a piazzare un localizzatore GPS sotto la Bmw del terzetto che poi ha materialmente compiuto il colpo in via Andromeda.

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