Pazienti “rimpallati” da un ospedale d’emergenza all’altro, il caso dell’infartuato di Gualdo. Interrogazione di Monacelli

Una persona di Gualdo Tadino colpita da infarto “dall’ospedale di Branca è stato trasferito a quello di Perugia, ma nel trasporto i mancati ricoveri/interventi prima a Branca e successivamente a Foligno hanno preceduto il decesso del paziente”. La denuncia viene dalla capogruppo dell’Udc in Consiglio regionale, Sandra Monacelli che ha presentato un’interrogazione per “conoscere le motivazioni che inducono al trasporto di pazienti da un ospedale dell’emergenza all’altro facendo perdere minuti preziosi per la sopravvivenza dei malati”.

Nell’atto Monacelli ricorda che “la rete ospedaliera in Umbria, distinta sulla base della diversa tipologia assistenziale, è costituita da sette ospedali di emergenza con sede a Città di Castello, Branca, Perugia, Foligno, Spoleto, Terni e Orvieto. Nei giorni scorsi – racconta il capogruppo dell’Udc – un uomo di 52 anni di Gualdo Tadino è stato colpito presso la propria abitazione da un infarto acuto. L’intervento del 118 ne ha constatato la gravità e il paziente è stato trasportato all’ospedale di Branca. Al suo arrivo i medici hanno ritenuto di non ricoverare in loco il paziente, nonostante la struttura sia classificata di emergenza/urgenza, ma ne hanno disposto il trasferimento all’ospedale di Perugia. L’ambulanza del 118, probabilmente a causa delle precarie condizioni della strada statale 318, ha ritenuto di effettuare il tragitto passando per Foligno. Il paziente, a poca distanza dall’ospedale di Perugia, è stato vittima di un altro attacco cardiaco, giungendo all’ospedale Santa Maria della Misericordia in condizioni disperate”.

“L’ospedale di Branca – continua Monacelli – è classificato dal Piano sanitario regionale come struttura di emergenza/urgenza, come tale avrebbe dovuto accogliere e prestare le adeguate cure al paziente. L’ambulanza, nel suo percorso, ha transitato per Foligno e, anziché fermarsi presso il nosocomio di quella città nonostante le critiche condizioni dell’uomo, ha proseguito per Perugia. L’ospedale di Foligno fa parte della rete dell’emergenza anche se di un’altra azienda sanitaria. La situazione e la pericolosità delle strade in Umbria e in particolare i gravissimi ritardi della Perugia-Ancona hanno causato un’altra vittima, anche se indirettamente”.

“Non ha senso – conclude Monacelli – tenere in piedi nosocomi che nominalmente sono di emergenza/urgenza ma che potenzialmente risultano invece dannosi, in quanto il primo trasporto presso queste strutture fa perdere minuti preziosi ai malati (come nel caso specifico), minuti che poi possono risultare decisivi ai fini della sopravvivenza. Sarebbe scandaloso, poi, che le motivazioni per il mancato ricovero presso l’ospedale di Foligno fossero di natura economica e/o di competizione tra le aziende stesse”.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.