Perugia, caos in maggioranza su una variante urbanistica

PERUGIA – A poco è servito il ritiro a Monteripido per la giunta e la maggioranza Romizi. Nell’ultimo consiglio comunale infatti la maggioranza è andata ancora in tilt su una pratica di delocalizzazione di una cubatura da un terreno in frana ad un altro della stessa proprietà.
Nessun problema per la questione Decathlon, passata con 27 voti di maggioranza e opposizione mentre i tre pentastellati si sono astenuti.

Il variante per il Decathlon approvata punta a garantire piena accessibilità, sia in entrata che in uscita, al nuovo centro commerciale, ma anche a creare itinerari alternativi che contribuiranno a snellire il traffico sui nodi critici della rete attuale, come la rotonda Quattro torri. Alla viabilità stradale sarà affiancato anche un percorso ciclopedonale che integrerà un progetto più ampio della Regione. Michele Pietrelli ha motivato l’astensione del gruppo per la “mancanza di lungimiranza” del progetto nel suo complesso. La consigliera Erika Borghesi (Pd) ha invece sottolineato come il progetto risalga al 2011 e sia stato fortemente voluto dalla passata consiliatura. Otello Numerini, di Progetto Perugia, ha ricordato come anche nel 2011 il progetto fosse stato condiviso da maggioranza e opposizione.

I problemi sono iniziati su un’altra variante che per passare aveva la necessità di 17 voti favorevoli. Proprio 17 sono i pareri favorevoli raccolti, peccato che abbia votato qualcuno non presente in aula. Ad accorgersene Giaffreda (M5S) che denuncia irregolarità. Agli atti infatti risulta il voto di Pietro Sorcini, assente dall’aula, e non quello di un altro forzista, Armando Fronduti, presente. Secondo la difesa, il forzista Fronduti si sarebbe trovato per errore il badge di Sorcini inserito al posto del suo, ecco dunque la causa del problema. Le opposizioni allora sono insorte. Arcudi (Psi) e Bori (Pd) hanno parlato di fatto gravissimo. Il presidente Varasano allora è intervenuti mettendoci una pezza, annullando il voto contestato. Al netto dei conti però i consensi per la variante non ha più avuti 17 voti previsti e quindi l’atto non è passato.

Il consiglio comunale ha poi bocciato l’ordine del giorno del M5S sull’adeguamento del regolamento sull’ordinamento di uffici e servizi alla normativa intervenuta in tema di compensi all’avvocatura comunale. “L’odg è troppo specifico e sottrae alla giunta una competenza di specificazione che la legge le attribuisce”, ha spiegato il vicesindaco Barelli. La massima assise cittadina ha poi approvato l’ordine del giorni di Mignini (Fdi) con il quale si chiedeva all’amministrazione di redarre progetti per l’illuminazione pubblica e la migliore efficienza energetica.

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