Perugia, caos Umbra Acque: si dimettono le Rsu

PERUGIA – Scoppia in caos all’interno di Umbra Acque, con la maggioranza delle Rsu che hanno deciso di dimettersi. Lo annunciato Fitctem Cgil e Femca Cisl in una nota tutta all’attacco in cui si punta il dito contro “la gestione aziendale tendente al personalistico e che non risponde alla missione primaria di Umbra Acque: la gestione del servizio idrico integrato”. “A fronte di continui aumenti tariffari – sostengono i sindacati – l’azienda ha saputo rispondere solo con costanti riorganizzazioni, il cui effetto è stato un aumento ingiustificato dei costi, e di un continuo peggioramento dei conti economici e di tutti gli indicatori rispetto agli utenti. Le perdite della rete idrica passate dal 30% al 56%, il non rispetto dei tempi e dei modi stabiliti dalla Carta dei Servizi, le lunghe code che sempre più frequentemente si verificano agli sportelli nonostante l’impegno continuo di tutti i dipendenti di Umbra acque, dimostrano la veridicità delle nostre affermazioni.

Il problema che evidenziano Cgil e Cisl è che si assiste da tempo “all’esternalizzazione di attività essenziali per la gestione del servizio, con sempre meno gare di appalto e sempre più frequenti assegnazioni dirette di appalti ad aziende del gruppo Acea (vedi Ingegnerie Toscane ed Aquaser) di cui nel tempo si sono acquistate quote irrisorie, non permettendo così la partecipazione alle gare di appalto ad altre società che potrebbero garantire più concorrenzialità e relativo decremento dei costi. L’abbattimento delle professionalità, un tempo vanto di Umbra acque, con diversi trasferimenti ingiustificati ed ingiustificabili; il sotto utilizzo del personale e dei mezzi (pagati dagli utenti), con conseguenti aumenti, sono altre manifestazioni della superficialità della gestione aziendale”.

Problematica anche la scarsa trasparenza. “A fronte inoltre della scarsità delle risorse tariffarie da sempre addotte dal management – proseguono i sindacati – assistiamo, su indicazione esclusiva del socio privato, al rinnovo del sistema informatico gestionale, con una spesa superiore, solo per quest’anno, al milione di euro, sistema che va a sostituire il precedente acquistato solo due anni fa e pagato naturalmente dagli utenti. Anche i metodi messi in atto per le assunzioni e gli avanzamenti di carriera, di volta in volta difformi, quasi fossero stati, a pensar male, studiati ad personam, contribuiscono a diminuire la trasparenza a discapito della meritocrazia, che invece dovrebbe qualificare le aziende che gestiscono servizi e soldi pubblici e di pubblica utilità”.

Un quadro decisamente allarmante, che si verifica “nel silenzio assordante dei soci pubblici, ai quali ovviamente chiediamo conto di quanto è avvenuto e sta avvenendo”. Quindi l’impegno dei sindacati ad adoperarsi “con tutti i mezzi a loro disposizione, affinché nessuno possa continuare a danneggiare un’azienda importante non solo per i cittadini utenti della Provincia di Perugia ma per tutta la Regione”.

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