Perugia, pusher colpisce violentemente disabile

PERUGIA – Lo cercavano in ogni angolo della città da quel maledetto 16 aprile, quando tentò di rapinare un povero ragazzo disabile, colpendolo violentemente e strappandogli con forza gli effetti personali. Una scena che lasciò il segno negli occhi dei presenti, sconvolto nel vedere tanta violenza su un ragazzo diversamente abile. Da allora ha vagato per giorni, cercando di sottrarsi all’arresto, anche perché sulla sua testa stavano per arrivare le prime condanne per spaccio di sostanze stupefacenti. Un pusher tunisino considerato tra i più pericol della città, con alle spalle reati molto pesanti che vanno dallo spaccio, alla rapina, fino all’evasione.

Si tratta di Jridi Belhassan, che si era presentato alla polizia anche con il nome di Kalech Belhassen, 24 anni, “un curriculum criminale a Perugia di tutto rispetto per svariati episodi di microcriminalità. in particolare è noto per essere solidamente inserito nel mondo dello spaccio “di piazza” di sostanze stupefacenti del centro storico e di Fontivegge, che quasi sempre è collegato e riferibile a fatti di violenza tra gruppi contrapposti causati da questioni di denaro o di concorrenza sul territorio”.

Lo scorso 3 luglio, la procura generale della Repubblica presso la Corte d’Appello di Perugia ha emesso un provvedimento di esecuzione per la carcerazione a suo carico a seguito del “cumulo” di diverse sentenze di condanna tutte prodotte all’esito di altrettanti procedimenti penali a carico del tunisino, per i quali è stato monitorato, sempre da questa squadra mobile, nel corso dei suoi illeciti traffici di droga.

Nello specifico, il provvedimento si riferisce a ben cinque episodi di spaccio di sostanze stupefacenti.

Il provvedimento esecutivo si riferisce a episodi di spaccio tutti attentamente e meticolosamente documentati dagli uomini della squadra mobile, coordinati da Piero Corona, in particolare dalla sezione “Contrasto alla Criminalità Diffusa”, diretta dal sostituto commissario Roberto Roscioli, sempre impegnati nel contrasto a tali fenomeni criminali.

Secondo una ricostruzione investigativa ancora da riscontrare, tra l’altro, pare che Jridi, durante la sua latitanza, abbia partecipato ad una rissa nei pressi della Stazione “Fontivegge” la notte della scorsa domenica 12 luglio, nel corso della quale suo fratello, attinto da un fendente all’addome ad opera di un connazionale, successivamente individuato ed arrestato dalla polizia.

L’unica certezza è che il “pusher” tunisino, anche all’esito dell’aggressione a suo fratello, aveva pensato bene di “sparire” dalla circolazione: inutili, per gli agenti, gli appostamenti in ospedale, dove era presumibile che il ricercato andasse a trovare il fratello.

Ha vagato per giorni da un tugurio all’altro di “Fontivegge”, fino a quando, nella serata di martedì 21 luglio, è stato notato dagli uomini della Mobile nei pressi della fermata degli autobus di “Fontivegge”: appena riconosciuti gli agenti, si è dato a precipitosa fuga ma senza riuscirci.

La solerzia e la reattività dei poliziotti hanno permesso di fermarlo e di accompagnarlo in questura dove, a seguito della formalizzazione della cattura l’arrestato, notiziato il Pubblico Ministero di turno Sost. Proc. Dott.ssa C. MANUALI, è stato accompagnato a Capanne, dove dovrà scontare un residuo di pena di 5 mesi e 9 giorni, oltre al pagamento di 3mila di multa (la pena originaria era stata fissata ad 1 anno e 6 mesi, gran parte della quale già scontata in custodia cautelare).

 

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