Perugia, l’Accademia di Belle Arti, i tagli non smorzano l’ottimismo: obiettivo 500 iscritti

PERUGIA – Due testimonial d’eccezione, Fabio Tini e Oliviero Toscani, hanno inaugurato oggi i corsi 2014/2015 dell’Accademia di Belle Arti di Perugia. Un anno accademico su cui pesano i tagli delle risorse (la Provincia di Perugia ha portato il suo contributo da 350mila euro a 10mila euro l’anno) ma è improntato all’ottimismo. Oggi ci sono iscritti 318 studenti, di cui 125 matricole e 122 stranieri, quasi tutti extracomunitari, ma l’obiettivo è di arrivare a 500 studenti, come nel periodo migliore. Quattro sono le scuole triennali e tre gli indirizzi del biennio specialistico.

Se le difficoltà finanziarie non mancano, in gran parte legate al fatto che l’istituto non è statale, resta il fatto, come ha sottolineato il direttore, Paolo Belardi, che “l’Accademia non è un handicap ma un vantaggio, e non va mantenuta con animo commiserativo, ma va sostenuta con animo propositivo”. Il presidente, Mario Rampini, ha ricordato che ci si sta muovendo sia con il ministero per la statizzazione, sia sul mercato, con una serie di protocolli che hanno nelle istituzioni cinesi i partner privilegiati (ma accordi di collaborazione sono stati stretti anche con Brunello Cucinelli spa e Teatro stabile dell’Umbria).

Il sindaco Romizi, prendendo la parola, ha assicurato la vicinanza del Comune alle istituzioni culturali e di alta formazione, “tra cui deve esserci unità per il bene comune”, così come ha ribadito vicinanza all’Accademia la Regione che ha detto che “siamo tutti coinvolti nel suo futuro”. Il cardinale Bassetti si è domandato che sarebbe Perugia senza università e senza accademia? “Nelle sedi di alta formazione- ha detto – passa il mondo, lo testimoniano i tanti studenti cinesi”.

Tornando ai vip, l’attore-regista perugino, Fabio Tini ha letto e commentato brani liberamente tratti dal “Principio della Academia del Dissegno”, del matematico Raffaello Sozi, che con il pittore Orazio Alfani fondò nel 1573 la storica istituzione di formazione artistica.
Il testo originale è conservato nella biblioteca comunale perugina. Timi ha fatto scorrere nella austera sala le note di The end, dei Doors, per dire, con quella che è sembrata una positiva provocazione: “ragazzi, godetevi l’Accademia perché quando ne uscirete sarà la fine: non c’è speranza, la crisi è totale e voi scomparirete. Magari alcuni ce la faranno”.
Il tema della lectio magistralis, “Cosa farò da grande”, ha offerto invece a Oliviero Toscani il modo di parlare del suo lavoro mentre sullo schermo passavano le immagini di tante campagne di comunicazione, spesso forti, e per questo discusse. Per Toscani, che ha indugiato tra l’altro sul rapporto tra arte e potere, in fondo “il fotografo deve essere il testimonio del proprio tempo”. Per lui, il futuro è pura immaginazione e non può basarsi sullo sviluppo della tecnologia.

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