Perugina, a San Sisto resta la preoccupazione
PERUGIA – Resta lo stato di agitazione alla Perugina. Lo dicono le Rsu dello stabilimento di San Sisto dopo le ultime giornate, caratterizzate da assemblee in fabbrica e incontri al ministero dello Sviluppo. “Nonostante l’apprezzamento per il richiamo fatto dal viceministro Bellanova, a
“Chiediamo che il tavolo venga convocato a breve e solo dopo potremo dire se abbiamo fatto passi in avanti oppure no. Ad oggi, la RSU dichiara il mantenimento dello stato di agitazione con il blocco degli straordinari e delle flessibilità. Quella di mercoledì 27
Riteniamo che la vertenza Perugina si debba pertanto allargare a tutto il territorio e nel ribadire la centralità della Fabbrica per il sistema locale, chiediamo
“La politica e le Istituzioni devono farsi garanti delle persone che rappresentano, anche attraverso tutele legislative atte a frenare i casi come quello che avviene in Perugina, dove basta il cambio di un manager a livello mondiale per mettere in pericolo il futuro lavorativo di oltre 350 famiglie. Chiediamo altresì un nuovo incontro al nuovo Presidente della CEI nonché Arcivescovo di Perugia il Cardinale Bassetti che più volte ha mostrato sensibilità su queste tematiche”.
“Troppe volte assistiamo a scelte non dettate da una logica industriale, ma spinte da interessi che poco hanno a che fare con quello che per noi deve essere il caposaldo del sistema, ossia che è il lavoro a creare la ricchezza e non la finanza.
Dobbiamo dire NO alla logica del profitto a tutti i costi, della finanza prima della persona. Le logiche del mercato non possono prevalere sul destino di una fabbrica. Non possono esistere investimenti per licenziare. Diciamo no ai 364 esuberi”.