Promesse non mantenute e ristoranti lasciati al loro destino

NORCIA – Ristorazione bloccata a Castelluccio a causa di lavori non ancora avviati. A gridare alla necessità di mettere in piedi sin da subito la struttura denominata “deltaplano” che dovrà ospitare dieci ristoranti, un bar e altri servizi, oltre alle sedi di Proloco e scuola di volo, è il ristoratore Antonio Conti, meglio conosciuto come Tonino, che fa il punto della situazione a quasi un anno dal sisma che ha devastato il borgo dei Sibillini: «Il nostro timore è che le promesse fatte siano tutte chiacchiere». Gli risponde il sindaco Alemanno che spiega che sono in attesa del via libera definitivo per far partire i lavori. Nel frattempo, Tonino, uno dei sette ristoratori che per tre mesi hanno mandato avanti il tendone-ristorante allestito provvisoriamente a ridosso della piazza per offrire un servizio di ristorazione ai tanti turisti che sono arrivati in questo periodo a Norcia, insiste: “I lavori sarebbero dovuti partire a settembre e invece qui non si vede ancora niente”. E dato che dal 2 ottobre, così come previsto, la tensostruttura ha chiuso i battenti, “dopo aver lavorato bene, la gente è venuta dimostrandoci grande solidarietà, ora – chiosa – siamo preoccupati per il futuro». L’incognita riguarda appunto il progetto per la delocalizzazione delle attività commerciali danneggiate dalle scosse. La Regione dal canto suo, tramite il suo  vicepresidente Fabio Paparelli, aveva dichiarato che «per i ristoranti serve il parere definitivo dell’Ente Parco, senza il quale non possono partire i lavori che appalteremo attraverso due gare, per l’urbanizzazione e la realizzazione delle strutture». Ma Tonino è stufo delle continue promesse. “Ci troviamo ancora una volta senza lavoro – continua – e vogliamo sapere quando ci daranno le strutture. Anche dei negozi che dovevano essere delocalizzati in piazzetta non c’è traccia”. E ricorda che proprio Paparelli un mese fa aveva affermato: “La gara è stata fatta e i lavori già appaltati, non serve l’urbanizzazione e nel giro di pochi giorni può partire il montaggio delle strutture destinate a 8-10 attività”. Ma in piazza i moduli non ci sono. “Siamo coscienti che a Castelluccio è tutto da buttare giù e che ci vorrà tempo, ma noi vogliamo abitare e lavorare qui. Io ho 60 anni, dove vado e a fare cosa?” si domanda Conti, al quale è stato pure tolto il contributo di autonoma sistemazione. “Stiamo perdendo la dignità conclude – ma nonostante tutto siamo fiduciosi”. E in questa situazione non si può che essere fiduciosi che le cose andranno meglio e che si possa ripartire con coraggio e speranza.

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