Regionali 2015, gelo tra la presidente Marini e Vinti (Prc)

Resta ancora il gelo tra l’assessore di Rifondazione comunista, Stefano Vinti, e la presidente della Regione, Catiuscia Marini. Dopo le esternazioni dell’assessore sui fondi destinati dal Governo alla scuola a cui la Marini ha messo una “toppa” prendendone le distanze, ora Vinti torna alla carica “punzecchiato” dalle stesse dichiarazioni della presidente in vista delle prossime Regionali. All’esponente di Rifondazione comunista non sono andate giù le affermazioni della Marini “che aprono la coalizione a liste civiche di centrodestra e addirittura al partito dei ‘diversamente berlusconiani’ del Nuovo centro destra”. Affermazioni che Vinti giudica “incomprensibili ed estranee alla politica seguita dalla presidente”. “Una proposta – afferma – che va a configurarsi come una coalizione di larghe intese, sul modello del governo Renzi, soprattutto per il ruolo che svolgerebbe il Ncd”.

Vinti, che fino a qualche giorno fa sosteneva, anche in contrapposizione con una parte del suo partito, la necessità di confermare l’attuale coalizione di centrosinistra, ora afferma che “in Umbria Rifondazione comunista è indisponibile a una coalizione di larghe intese”. L’esponente di Rc sostiene “la necessità di riorganizzare la coalizione di centrosinistra dell’Umbria” e “per questo – sostiene Vinti – è necessario lavorare alla realizzazione di un nuovo soggetto politico della sinistra umbra, che non può che essere unitario, ma inevitabilmente innovativo nella rappresentanza, negli obiettivi, nei linguaggi, nelle pratiche sociali e politiche, nella democrazia interna, che non può che nascere da un processo costituente della nuova sinistra umbra”. Una nuova Sinistra umbra, per Vinti, “in competizione con il Pd ma dentro un quadro di centrosinistra. Quindi, ripartire dalla coalizione di centrosinistra, aggiornata, rivisitata, adeguata, allargata, ma di centro sinistra”.

Vinti dunque continua a buttare carne al fuoco. Sarà fondamentale capire come evolverà il confronto all’interno del suo partito dove una buona fetta, invece, spinge per andare da sola.

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