Regione, massimo impegno al riconoscimento della MCS come malattia rara: il consiglio regionale dice sì

PERUGIA – L’Aula di Palazzo Cesaroni ha approvato all’unanimità una mozione che mira al “riconoscimento della Sensibilità chimica multipla (MCS) quale patologia rara e, conseguentemente, alla previsione di strumenti e specifici percorsi per la diagnosi e la cura di tale patologia nell’ambito del Sistema sanitario regionale”. L’atto, derivante dalla proposta di legge dei consiglieri Chiacchieroni (Pd), Rometti (Ser), Nevi (FI), De Vincenzi (Rp) e Casciari (Pd), prevede un centro di riferimento per la cura e la diagnosi identificato nella struttura di Torgiovannetto sul monte Subasio, dato che questi pazienti non possono recarsi in comuni presidi ospedalieri senza rischiare di aggravare i propri problemi di intolleranza, e prende in considerazione il tema della ricerca da poter svolgere, anche insieme ad altre Regioni, su questa malattia”.

Il presidente della Commissione sanità, ATTILIO SOLINAS, ha illustrato in Aula la mozione, spiegando che “la sensibilità chimica multipla (Mcs) è una sindrome immuno-tossica infiammatoria simile, per certi versi, all’allergia e molto spesso scambiata con essa, poiché i sintomi appaiono e scompaiono con l’allontanamento della causa scatenante, ma le sue dinamiche e il suo decorso sono completamente diversi, ossia si perde per sempre la capacità di tollerare gli agenti chimici (questo già dal primo stadio). E’ una sindrome multi sistemica di intolleranza ambientale totale alle sostanze chimiche, che può colpire vari apparati e organi del corpo umano: le sostanze chimiche danneggiano il fegato e il sistema immunitario sopprimendo la mediazione cellulare che controlla il modo in cui il corpo si protegge dagli agenti estranei. I sintomi si verificano in risposta all’esposizione a molti composti chimici presenti nell’ambiente: insetticidi, pesticidi, disinfettanti, profumi, detersivi, vernici, solventi, inchiostri, farmaci, prodotti plastici, fumi di stufe, tutto ciò che è di derivazione petrolchimica, in dosi anche di molto inferiori da quelle tollerate dalla popolazione in generale. In Umbria circa 50 persone sono affette da questa malattia”.

L’assessore alla Sanità, Luca Barberini, ha ricordato che “l’inserimento fra le malattie rare non è di competenza della Regione ma deve essere effettuato dal ministero della Salute. Tuttavia – ha aggiunto – non vogliamo lasciare abbandonati i circa cinquanta malati umbri o costringerli a recarsi all’estero per ottenere cure adeguate, quindi abbiamo individuato nella struttura di Torgiovannetto, sul monte Subasio, in un ambiente salubre e privo di fumi, polveri e odori, un centro di riferimento adeguato per loro. Ci sembra una prima risposta al problema, che vorremmo far seguire da una serie di relazioni con le altre Regioni che stanno a loro volta creando centri di riferimento, per sviluppare un’adeguata ricerca scientifica che conduca all’obiettivo del riconoscimento della malattia e alla fondamentale raccolta dei dati epidemiologici”. Favorevole Claudio Ricci, così come Valerio Mancini (Lega) che ha chiesto di attivare la rete dei medici di famiglia e dei pediatri, per evitare che la scarsa conoscenza di una malattia che non è ancora ben definita provochi prescrizioni di medicinali errate, di cui non c’è certo bisogno. “Forse una mozione non potrà essere molto impattante se a livello nazionale la malattia non è riconosciuta – ha detto Maria Grazia Carbonari (M5S) mentre in altri Paesi europei sì. Comunque è un primo passo e il nostro voto è favorevole. Sarà molto importante la ricerca delle cause perché altrove si è scoperto che tra esse ci sono inquinamento e utilizzo dei fitofarmaci. Quindi per un principio di precauzione potremmo anche arrivare a studiare situazioni di inquinamento ambientale”.

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