Renzi a Perugia: “Qui per prendere la carica”

PERUGIA – Avvio di campagna in grande stile per Matteo Renzi a Perugia. Alle 17 il premier segretario dem e’ arrivato nello stabilimento della Perugina di San Sisto. Ad attenderlo all’interno della fabbrica c’erano anche il prefetto Cannizzaro, la presidente della Regione, Catiuscia Marini, il questore di Perugia, Carmelo Gugliotta e alcuni parlamentari umbri. Era presente anche il sindaco di Perugia, Andrea Romizi.

Poi si è recato a Villa Umbra per un incontro con i sindaci umbri. Al Capitini già la folla delle grandi occasioni.

Dieci minuti prima delle 19 e’ arrivato al Capitini: “Sempre strapieno – ha sottolineato Renzi vedendo il colpo d’occhio del Capitini. A Perugia si prende la carica. Alla perugina investimenti importanti e segno. Fondamentale mettere il cuore in una visione del paese che riesce a dare qualità”.

Renzi ha parlato di immigrazione: “Io posso perdere voti ma l’Italia sul l’immigrazione non può rimanere sola. Quando una persona rischia di affogare io prima li salvo e poi mi pongo il problema di come rimettere in ordine la situazione”.

Poi scherza sul terremoto e sulla sua esperienza in Prociv, ricordando la sua esperienza a Nocera nel 1997. “non ci accontentiamo di essere numero uno nella gestione dell’emergenza anche se abbiamo salvato 238 vite umane. Non toglie nulla alle quasi 300 vittime. Non mi accontento di essere uno del paese più bravo del mondo nella gestione dell’emergenza. Il progetto che abbiamo chiamato ‘Casa Italia’ e che vuole essere oltre i partiti deve avere tre gambe: il governo, la visione (Renzo Piano che da’ le linee guida) e il politecnico di Milano. Sulle scuole, inoltre, non andiamo indietro: non è possibile che un cittadino si debba preoccupare del tetto delle scuole dove vanno i cittadini. Sulle scuole andremo oltre la flessibilità”.

Nello specifico delle riforme, Renzi ha citato la legge per i piccoli comuni, approvata alla Camera dopo 4 volte. “Stiamo cambiando l’Italia – ha detto Renzi – un paese di cui siamo i custodi della bellezza che abbiamo in prestito dai nostri nipoti. Dobbiamo lavorare per tornare guida a livello mondiale”.

Entrando nel merito ha suggerito un modo di lavoro: “Niente di falso ti può cambiare quello che sei. Chi era qui cinque anni fa s da dove siamo partiti. Ci diranno di tutto ma noi riportiamo tutto al merito della questione. Siamo nel paese in cui il premier ha i poteri bassi di tutti e non c’è un solo articolo che ne parla. Diranno che vogliamo ridurre gli spazi di democrazia: noi riduciamo le poltrone, non è il numero delle poltrone che definisce la democrazia”.

“Al passato grazie, al futuro si” e’ lo slogan che Renzi ha scelto e di cui ha parlato, prima di entrare nel merito della formulazione del quesito. “Quando è uscito il quesito, autorevoli statisti hanno detto che era un inganno. Ma questo e’ il titolo della legge”. Poi rispondendo a qualche contestazione: “Ho fatto un dibattito con Travaglio, immagino siate molto più educati di lui”.

Sulla riforma: “Gli altri hanno parlato, noi l’abbiamo fatta. 73 governi in 60 anni, un gatto in autostrada dura di più. Il nostro governo e’ durato di più di tanti presidenti a cui non sono degno di sciogliere i lacci delle scarpe. Quindi la stabilità e’ una scelta normale. Se vince il no resta tutto così per decenni e rimane anche la doppia fiducia”.

“Ridurre i parlamentari – ha detto Renzi – e’ un segnale perché la gente non ne può più. Sul contenimento dei costi: i soldi del pubblico sono i soldi di tutti e dove si può tagliare. I cittadini possono dire no ma noi abbiamo fatto una legge così. È facile ma poi si va a governare e non sei più nel magico mondo del blog, con le tue scelte che influenzano la vita delle persone”. E, continuando contro il M5S, ha parlato delle Olimpiadi: “Un politico serio ferma il malaffare, non le opere pubbliche”.

Il dibattito su questa riforma e’ nato male per colpa mia. Noi dobbiamo prendere i voti degli altri per cambiare le cose. La partita è difficilissima. Voglio evitare che si parli di me. Ho smesso di parlare di legge elettorale, anche se penso che l’Italicum sia perfetto ma sono pronto a cambiarla. Questo quesito dirà cosa potrà fare l’Italia nei prossimi anni. Se vince il no non cambierà più nulla per decenni”.

Poi l’agenda del 2017: incontro con i leader europei a Roma, per discutere di una proposta per cambiare l’Europa; G7 in Sicilia e poi nel consiglio delle Nazioni Unite: “Se ci arriveremo con la riforma fatta detteremo le carte. Siamo di fronte ad un si o ad un no che ha motivi di merito. Non posso che chiedervi che tornare a partecipare”.

Quindi l’ultimo appello: “aiutatemi a cambiare l’Italia”.

 

 

 

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