Riapertura E45: 5 aprile presidio dei sindacati delle province di Perugia, Arezzo e Cesena

PERUGIA – “La E45 la principale arteria viaria dell’Umbria, che l’attraversa da nord a sud, collegandola verso il Lazio, il Porto di Civitavecchia e il sud Italia e con i territori della Toscana, dell’Emilia Romagna e il porto di Ravenna verso nord, è ormai chiusa dalle ore 14,00 di mercoledì 16 gennaio, giorno in cui il viadotto Puleto è stato sequestrato dalla magistratura aretina, perché ritenuto pericolante e non più idoneo a sostenere il traffico ordinario” spiegano i sindacati.

“Dal 3 marzo il viadotto è stato riaperto al traffico su una sola corsia alle auto e ai mezzi fino ai 35 quintali, confermando il blocco sostanziale alle merci e agli autobus del turismo e dei pendolari per lavoro e studio, con un impatto economico imponente e possibili riflessi occupazionali. Una situazione che deve essere risolta al più presto. È per questo che  il 5 aprile Cgil Cisl e Uil delle province di Arezzo, Cesena e Perugia promuovono un presidio di lavoratori e pensionati presso lo svincolo E45 di Sansepolcro ed invitano tutta la popolazione a partecipare a questa protesta”.

“Chiediamo al ministro Toninelli di mantenere le promesse – spiegano i sindacati – Infatti, il ministro il 15 Febbraio 2019 dal viadotto Puleto, alla presenza dei sindaci del territorio, assicurava che entro 30 giorni (15 marzo) sarebbe stata ripristinata la viabilità ordinaria. Purtroppo ad oggi non ci sono invece novità, nonostante i primi interventi dell’Anas sulla infrastruttura”.

“L’iniziativa del 5 aprile delle organizzazioni sindacali non si ferma però al nodo della E45. “Vogliamo far emergere il grave stato delle infrastrutture di tutto il territorio dell’Alto Tevere umbro-toscano”, spiegano ancora Cgil, Cisl e Uil. In particolare, i sindacati rimarcano le gravi criticità della linea ferroviaria, Sansepolcro-Città di Castello-Ponte S. Giovanni, che, dopo consistenti investimenti, è stata parzialmente ripristinata, ma con forti limitazioni per ragioni di sicurezza (limite di 50 km/h) e con il rischio di una nuova chiusura, visto che in molti scambi la velocità deve essere ridotta addirittura a 10 km orari. Altro punto dolente è la situazione della superstrada E78, “sulla cui realizzazione – ricordano Cgil, Cisl e Uil – il precedente governo aveva stanziato 100 milioni di euro per l’avvio dei lavori, ma che l’attuale Governo ha deciso di escludere dalle priorità infrastrutturali facendo sparire anche il finanziamento”. “Infine, c’è la strada Pian d’Assino che collega l’Alto Tevere all’Alto Chiascio e la Bocca Trabaria che collega l’Umbria con le Marche: “Anche qui la situazione è da tempo critica – concludono i sindacati – Una situazione che ci sembra vanifichi anche gli sforzi economici fatti per la piastra logistica di Città di Castello che rischia di essere un’isola nel ‘mare del niente’”.