Ricostruzione, la presidente Marini al seminario di Symbola: “Lavorare per evitare lo spopolamento del territorio”

PERUGIA – “La ricostruzione oggi ci impone delle sfide che dobbiamo saper cogliere facendo anche scelte con la consapevolezza che queste cambieranno la storia del territorio”: lo ha detto la presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, intervenendo a Treia (Macerata) alla 15/ma edizione del seminario estivo di Symbola dal titolo “Il senso dell’Italia per il futuro”.

Facendo un parallelismo tra il ’97 e il 2016, anni in cui l’Umbria è stata colpita dagli eventi sismici, la presidente ha evidenziato come sia necessario “ricostruire mantenendo in piedi il sistema economico produttivo e favorendo la permanenza dei cittadini nei territori dei comuni colpiti mentre in contemporanea si ricostruisce, ovviamente in sicurezza. Altrimenti – ha detto –  faremo fatica a rianimare il territorio una volta ricostruito.  Per fare ciò “dobbiamo entrare nel vivo dei cantieri materiali, ma anche culturali e sociali – ha aggiunto la presidente – e, a tal fine, c’è bisogno di politica alta e di qualità che non è solo quella degli amministratori, ma quella della ‘polis’, quindi dei cittadini e degli attori. In questo contesto, Symbola può aiutarci portando un grande contributo per favorire la riflessione e il confronto su questi temi”.

Continuando nel suo intervento la presidente ha ricordato che  nel 2016 “abbiamo avuto a disposizione un impianto diverso da quello del ’97: “In primo luogo possiamo contare sulla certezza dei fondi e delle risorse per la ricostruzione integrata perché si è capito che la sicurezza e la sicurezza integrata è un tema centrale e rappresenta il futuro per questi territori. Inoltre, è chiaro il punto che se non si fanno interventi integrati, il rischio è che, alla luce del fatto che gli abitanti di queste zone hanno vissuto più terremoti, potrebbero decidere di spostarsi. Di conseguenza, certezze sui tempi e modalità della ricostruzione saranno fondamentali per dare un futuro ai territori dell’Appennino”.

“La ricostruzione post terremoto 2016 – ha proseguito Marini – può contare inoltre, su ricerche scientifiche che ci permettono di costruire in sicurezza con materiali innovativi e la comunità scientifica e la comunità delle imprese sono attori attivi della ricostruzione stessa che, nel suo impianto, ha un grande protagonismo del sistema delle professioni tecniche, delle imprese e dei cittadini con la consapevolezza che non esiste prima la ricostruzione e lo sviluppo socio economico dopo, ma che si deve ricostruire con un occhio attento allo sviluppo, quindi alle infrastrutture, anche immateriali, e al tema della sostenibilità dello sviluppo stesso, facendo un lavoro sinergico tra le regioni interessate dal sisma. Dobbiamo fare un salto di qualità per far sì che la ricostruzione non sia più solo un tema difficile e complesso, ma la vera traiettoria su cui costruire il futuro attraverso un nuovo percorso”. Red/ig/segue

Concludendo la presidente ha affermato che “per una buona ricostruzione è importante condividere un percorso finalizzato a trovare una modalità a seconda delle esigenze e delle situazioni che man mano ci troviamo di fronte che vanno affrontate anche con un po’ di pragmatismo perché nessuno ha scritto la Bibbia per la ricostruzione perfetta”.

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