Rifiuti, ok alla relazione della Commissione d’inchiesta

PERUGIA – Si è concluso il lavoro della Commissione d’inchiesta sui rifiuti, presieduta dal consigliere Gianfranco Chiacchieroni (Pd) e istituita per approfondire il tema dei rifiuti, alla luce dei provvedimenti interdittivi che hanno colpito Gesenu e le altre aziende umbre. Il consiglio regionale ha votato all’unanimità la mozione che,  “preso atto del lavoro svolto dalla Commissione d’inchiesta sulla tenuta del sistema di gestione integrata dei rifiuti sul territorio regionale, propone di trasmettere tutto il materiale esaminato all’attenzione della Seconda commissione, così da permettere di proseguire il lavoro in continuità, convocando audizioni periodiche ogni tre mesi circa per affrontare le problematiche legate al ciclo della raccolta dei rifiuti in Umbria. Inoltre demanda alla costituenda Commissione Antimafia la trattazione delle problematiche inerenti l’interdittiva alla società Gesenu e la valutazione di eventuali reati sempre nell’ambito del ciclo dei rifiuti”.

L’illustrazione della relazione è stata affidata a Chiacchieroni, che ha spiegato come “il piano rifiuti nel suo complesso appare valido, anche se ci sono dei ritardi. Le problematiche emerse verranno affrontate dall’Agenzia unica per i rifiuti e l’idrico (Auri) partendo proprio dall’armonizzazione del sistema, lavorando sulla proiezione della strategia che a livello regionale ci si è dati, rilevando inoltre difficoltà e ritardi sul sistema della differenziata, questo è l’approccio che Auri si è data dal momento della sua costituzione. Quanto all’interdittiva antimafia, le inchieste della magistratura devono fare il proprio percorso, che tutti auspichiamo sia celere, per i destini di una realtà economica molto importante per l’Umbria”. Chiacchieroni ha evidenziato che “tra le criticità del sistema di gestione dei rifiuti riscontrate ci sono: la mancata diminuzione dei costi della raccolta differenziata per i cittadini, dovuti all’investimento iniziale necessario per attivarla; il basso costo del conferimento in discarica in Umbria; il mancato completamento del processo di economia circolare (superamento dei consorzi obbligatori e sostegno delle imprese private che lavorino materiali recuperati); la necessità di calcolare il materiale recuperato e non solo il differenziato; la necessità di innovare gli impianti di trattamento e di rendere efficienti quelli che esistono. Il superamento di questi nodi potrà determinare un minore impatto sulle discariche, lasciandole solo per una parte limitata del sistema complessivo (chiusura del ciclo)”.

Diverse le sfumature nel dibattito. Critico Valerio Mancini (Lega), dal quale è arrivata una profonda critica alla scarsità del tempo in cui la Commissione è stata in vigore. Stesse criticità evidenziate da Andrea Liberati (M5S). “La Commissione d’inchiesta – ha detto –  è nata un po’ zoppa ed inizialmente c’è stata una sorta di pregiudizio politico. Penso che avremmo potuto fare molto, molto di più con un differimento, una scadenza sostenibile. La Commissione non ha colto alcuni degli obiettivi che si erano prefissi, in particolare da un punto di vista metodologico. Ogni audizione ha rappresentato un mondo a parte. Ci sono stati momenti indubbiamente alti e di grande confronto e mi riferisco al professor Ganapini, una nomina felice da parte della Giunta Marini, però quell’audizione è rimasta come confinata in una bolla. Si è verificata una certa dispersione del lavoro in tanti rivoli e talvolta anche risposte approssimative da parte dei nostri interlocutori”. Per Ricci (Rp): “Bene i lavori della commissione, si tratta di un’esperienza da tradurre in fatti legislativi per ottimizzare la gestione, il controllo e la riduzione dei costi”. Plauso invece dalla maggioranza. Rometti (Socialisti) ha parlato di “lavoro coerente con la programmazione regionale degli anni scorsi”. Ok ai lavori della Commissione anche da Leonelli.

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