Sanità, in Umbria 52mila persone con problemi renali: Aned chiede più servizi

FOLIGNO – In Umbria sono circa 52mila persone con problemi renali e oltre 3.200 quelle in visita predialitica, che prima o poi dovranno entrare in dialisi. Le malattie renali sono sempre più diffuse e spesso fortemente invalidanti per chi ne soffre, soprattutto se si tratta di soggetti dializzati. Per questo occorrono più attenzione e più servizi da parte del servizio sanitario locale. Questo, in estrema sintesi, il quadro emerso durante l’assemblea regionale dell’Aned (Associazione Nazionale Emodializzati, Dialisi e Trapianto), che si è svolta il 16 ottobre all’ospedale di Foligno, in occasione della Giornata nazionale del dializzato, presenti i massimi vertici della sanità umbra, diversi medici e numerosi pazienti. Nirvana Verzini, presidente dell’associazione, non ha esitato a formulare richieste precise, a fronte di un quadro sempre più preoccupante rispetto alla diffusione delle malattie renali: più personale medico e infermieristico per la dialisi e per le visite ambulatoriale; maggiore rete con il territorio e più collaborazione dei medici dei vari ospedali che dovrebbero spostarsi per assicurare in maniera capillare il servizio; presenza di un dietista sia negli ambulatori sia nei centri emodialisi per educare il paziente a un’alimentazione corretta, fondamentale per chi soffre di certe malattie e quindi allargare il paniere dei beni per dieta aproteica; terapia del dolore e assistenza psicologica in dialisi.
14670762_1122810404422646_4861004492902738139_nL’assessore regionale alla Sanità, alla Coesione sociale e al Welfare, Luca Barberini, è intervenuto ricordando la figura di Piero Fabbri, “folignate illustre che ha dato un contributo importante alla promozione della terapia del dolore in dialisi e alla crescita dell’Aned, una delle associazioni umbre che meglio sviluppa il valore della sussidiarietà” e assicurando che “insieme a pazienti, medici e associazioni di volontariato come l’Aned cercheremo di dare risposte più efficaci ai bisogni investendo in prevenzione, con percorsi assistenziali personalizzati, soluzioni come teleassistenza e la telemedicina, più servizi sul territorio facendo rete con medici e operatori sanitari”.

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