Sanità, inchiesta sull’ospedale di Pantalla. Verifiche sulle convenzioni tra case di cura private e Asl 1. Oltre 10 indagati

TODI – E’ una inchiesta che parte da lontano, almeno da meta’ 2013, quando l’Asl 1 delibera alcune convenzioni con delle case di cura private per l’ utilizzo delle sale operatorie dell’ Ospedale di Pantalla. Per l’ oculistica la spesa prevista sarebbe di 346mila euro mentre per l’ ortopedia 600mila euro. A fare le indagini i Carabinieri del Nas , in prima istanza per conto della Corte dei Conti su incarico del Procuratore Antonio Giuseppone. Successivamente subentra la Procura della Repubblica che apre un apposito fascicolo affidato ai Pubblici Ministeri Michele Adragna e Gemma Miliani.

La volontà dell’ allora direzione sarebbe stata quella di ricorrere a professinisti esterni per ridurre i tempi delle liste d’attesa. Per la Procura contabile e penale occorreva , invece,  una vera e propria procedura di evidenza pubblica sia per la scelta del contraente sia per l’ utilizzo di protesi e presidi chirurgici. Ma, secondo alcune voci, i magistrati vogliono approfondire tutte le attestazioni presentate dai privati sul possesso dei requisiti che riguardano l’ accreditamento, oltre a verificare le garanzie di qualita’ offerte per le prestazioni. La Procura della Repubblica ipotizza due reati: abuso di ufficio e falso materiale e ideologico . Otto sarebbero per ora gli avvisi di garanzia ma potrebbero crescere nei prossimi giorni . Manager e funzionari pubblici tra gli indagati a cominciare dai vertici dell’ Asl 1di allora oltre ad un ex dirigente del servizio accreditamento della Regione. C’ e’ da sottolineare che lo scorso anno il nuovo direttore generale dell’ Asl1 Andrea Casciari ha detto stop proprio a quelle convenzioni che oggi sono finite nel mirino dei magistrati.

Naturalmente saranno oggetto di approfondimento tutti gli atti presentati dai privati  e il possesso dei loro requisiti. La settimana scorsa gli  indagati sono stati interrogati, tutti si sarebbero avvalsi della facolta’ di non rispondere ad eccezione di uno ( a quei tempi al vertice dell’ azienda) il cui interrogatorio sarebbe durato diverse ore. Naturalmente tutte le accuse sono da dimostrare.

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