Smart working al 15%, stretta anche negli enti pubblici dell’Umbria

Il Ministro Brunetta ha annunciato che i dipendenti pubblici dovranno tornare a lavorare in presenza. Del resto non potrebbe essere diversamente visto che l’emergenza è finita e gran parte dei dipendenti pubblici ( sanità,  forze dell’ordine, insegnanti) continuano a lavorare sempre in presenza. Ora che anche la scuola sta per ripartire è bene che anche tutti gli altri tornino a lavorare negli uffici. Resterà per una quota fino al massimo del 15%. Tornare a lavorare in presenza è una necessità di buon senso. Lo smart working , che non ha avuto una regolazione contrattuale, è stato nella maggior parte dei casi una modalità all’italiana. Così anche in Regione, nelle due province di Perugia e Terni, e nei comuni umbri, si tornerà in ufficio. La decisione non sarà presa bene da molti dipendenti e dalle organizzazioni sindacali che anche in questi giorni stanno ponendo ostacoli alla ripresa del lavoro in presenza. Diciamo la verità molti si sono adagiati a questa nuova situazione e fanno fatica a tornare in presenza. Ancora oggi negli uffici della Regione dell’Umbria, giunta e consiglio,  il più delle volte gli uffici sono vuoti. Quando va bene i dipendenti, a parte qualche eccezione, lavorano i presenza un paio di giorni alla settimana. Stessa cosa nelle due province di Perugia e Terni: smart working in prevalenza e un paio di giornate in ufficio.  Se qualcuno prova a sollevare il problema si attira subito le vibranti proteste dei colleghi e delle organizzazioni sindacali. Succede sempre così: a protestare è chi un lavoro stabile ce l’ha. E per chi il lavoro è una utopia chi ci pensa? Senza dimenticare che i servizi delle amministrazioni pubbliche sono principalmente rivolti ai cittadini.