Spoleto, buco di bilancio: la città si interroga, gli ex amministratori tremano. Avvocati al lavoro, rischio risarcimenti

SPOLETO – Forse qualcuno se lo aspettava, altri hanno provato a rimuovere quella complicata storia del buco di bilancio. Certo è che l’inchiesta della procura della Corte dei conti nei confronti di dieci tra dirigenti, impiegati ed ex amministratori del Comune sta mettendo a dura prova la tranquillità del Palazzo. Oltre due milioni e ottocentomila euro di danno erariale contestati dal procuratore capo Antonio Giuseppone sono veramente tanti, da far tremare i polsi anche ai più forti.

Per la Guardia di Finanza il danno erariale è evidente, così come per i magistrati contabili di Perugia. La contestazione più pesante è a carico dell’ex direttore generale Angelo Cerquiglini, al quale il procuratore Giuseppone chiede un milione e quattrocentomila euro, così come pesante è la richiesta di settecentomila euro nei confronti del funzionario Amedeo Santini, ex sindaco di Sant’Anatolia di Narco. Non va molto meglio alla dirigente Antonella Quondam e alla funzionaria Brunella Brunelli, alle quali è stato presentato un conto, rispettivamente, di trecentomila e duecentomila euro. Macigno pesante per l’ex assessore al bilancio, Paolo Proietti, al quale la Corte dei Conti chiede una condanna a cento ventimila euro. Nella tagliola della magistratura contabile entra dalla porta principale l’ex sindaco Daniele Benedetti, al quale si contesta un danno erariale di ottantamila euro. Per tutti gli altri dipendenti coinvolti nell’inchiesta la Corte dei Conti ha chiesto cifre comprese tra ventimila e diecimila euro.

Una contestazione così pesante non trova riscontro in Umbria in nessuna delle inchieste. Riporta alla ribalta la tanto contestata vicenda del buco di bilancio e la delibera di fine 2013, quando si è proceduto alla cancellazione di 2,8 milioni di residui attivi. Molti degli accusati hanno sperato in questi tre anni nella archiviazione dell’inchiesta. In realtà la Guardia di Finanza ha ricostruito nei dettagli tutti i passaggi della complessa vicenda arrivando solo poche settimane fa alla conclusione dell’attività investigativa. Per gli inquirenti non ci sono dubbi sul danno erariale e sulle responsabilità dei dieci chiamati in causa.

Ora la parola passa alle difese, dovranno rispondere alle accuse contenute nella richiesta formulata dalla procura della Corte dei conti presentando delle controdeduzioni convincenti. Dopodiché la procura deciderà se accogliere le argomentazioni delle difese oppure passare al processo davanti al Collegio giudicante. La sensazione è che l’intera vicenda è destinata ad arrivare fino in fondo, anche se da parte degli interessati c’è la speranza di poter convincere i magistrati contabili sulla correttezza delle procedure eseguite oltre alla possibilità di dimostrare la buona fede nei comportamenti tenuti. Dall’inchiesta escono senza alcuna accusa i cinque revisori dei conti che hanno composto i collegi tra il 2009 e il 2012.

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