Spoleto, la Cgil accende i riflettori sulla crisi del comprensorio

SPOLETO –  C’è un filo di memoria condivisa che unisce Marcinelle, luogo di una delle più grandi tragedie sul lavoro della storia europea, l’8 agosto 1956, e Morgnano di Spoleto, dove solo pochi mesi prima, nel marzo del ‘55, 23 operai avevano perso la vita a seguito di un’esplosione nella miniera di lignite, di proprietà della società Terni, gestrice delle acciaierie ternane.  E proprio l’anniversario della tragedia di Marcinelle diventa allora occasione, per la Cgil provinciale di Perugia, di richiamare l’attenzione su un territorio, quello di Spoleto e della Valnerina, che forse più di altri ha subito i colpi della crisi economica, industriale e sociale degli ultimi anni.

“Un territorio di circa 50mila abitanti – ha detto il segretario generale della Cgil di Perugia, Filippo Ciavaglia, nel corso di un presidio organizzato davanti alla stazione ferroviaria di Spoleto – in cui oltre il 30% della popolazione è over 65 e il rischio spopolamento di intere aree è molto forte”. Ecco perché la questione infrastrutturale, secondo la Cgil, è assolutamente decisiva. E dopo il completamento, ormai quasi ultimato, della Quadrilatero, la Cgil chiede alla Regione e ai parlamentari umbri di concentrare i propri sforzi su altre infrastrutture strategiche per l’Umbria e in particolare per lo Spoletino: la strada Tre Valli e la ferrovia Orte-Falconara. “È evidente – ha osservato ancora Ciavaglia – che queste opere risultano decisive anche per attrarre investimenti privati che possano rilanciare il manifatturiero, così come per valorizzare l’eccellenza ambientale, culturale e turistica di questo territorio”.

E parlando di industria e investimenti privati, naturalmente, al centro delle attenzioni della Cgil c’è la vertenza ex Pozzi: “Va trovata subito una soluzione per scongiurare la perdita di ulteriori posti di lavoro in questo territorio – ha detto ancora Ciavaglia – e da questo punto di vista i fondi europei a disposizione dell’Umbria e quelli specifici per le Aree interne possono e debbono rappresentare un’occasione da non perdere per rilanciare un’industria strategica e fondamentale per questo territorio e per tutta la regione”.

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