Spoleto, Matteo Cardini eletto segretario dem. La minoranza non si presenta
SPOLETO – Matteo Cardini è stato eletto all’unanimità nuovo segretario del Partito democratico di Spoleto. L’investitura dell’Assemblea è avvenuta con la presenza del segretario provinciale Leonardo Miccioni, che ha augurato “un buon lavoro al neo Segretario e che ha garantito il massimo impegno del PD provinciale a sostegno del Partito spoletino in vista delle prossime elezioni locali”.
L’elezione si è tenuta però con uno “scisma”, cioè l’assenza dei delegati della minoranza di “Prima Spoleto”, che non hanno partecipato. “Non è il caso di girare attorno alle parole – avevano scritto – il congresso appena celebrato rappresenta una pagina triste nella vita del PD spoletino. Senza scendere nel dettaglio degli avvenimenti è però venuto il momento di dare anche la nostra versione dei fatti. Il presidente della commissione provinciale del congresso ha concluso i suoi lavori (la sua relazione finale è facilmente riproducibile) rilevando “anomalie” nel comportamento di alcuni segretari di circolo, a cui era stata delegata la verifica di una parte del tesseramento, e che invece hanno svolto tale compito in maniera “parziale”, inducendo la commissione stessa ad estendere un’anagrafe degli aventi diritto al voto con evidenti lacune”.
“Lo sottolineiamo ancora perché non si tratta di tecnicismi, ma delle basilari regole di convivenza della nostra associazione politica. Nei congressi appena effettuati abbiamo assistito alla lesione del primo e più importante diritto di qualunque associato ad una organizzazione, sia essa un partito, un sindacato o altro: il diritto di partecipare alla vita democratica dell’associazione stessa. Questo perché le modalità con cui sono stati celebrati non hanno visto l’animato dibattito e confronto di idee che dovrebbero caratterizzare il momento più importante della vita democratica interna di un partito politico ma, al contrario, la discussione è stata derubricata ad orpello fastidioso (un inutile passatempo), sostituita da sguardi torvi e commenti sommessi. La discussione sul futuro della sinistra e della città rimpiazzata da un clima da resa dei conti.
Oggi il segretario provinciale ritiene di gettare il classico colpo di spugna invitando ad “affrontare la discussione sul doppio appuntamento elettorale che attende il Pd di Spoleto” convocando comunque l’assemblea per l’elezione del segretario comunale. Come se nulla fosse accaduto. Come se dalle lacerazioni prodotte fosse ora possibile, con un colpo di penna, far nascere una volontà collettiva e declinare ogni responsabilità politica”.
“Ebbene, per noi invece “qualcosa” è accaduto, per cui non prenderemo parte all’assemblea di giovedì 18 per l’elezione del nuovo segretario e la ratifica di un’assemblea nata sulla base di evidenti vizi procedurali e politici. Dietro i numeri di quest’assemblea c’è l’evidente volontà di lacerare, non di unire. E la nostra coscienza ci impedisce di contribuire a tutto ciò. Finché il diritto di partecipazione (previsto dagli articoli 1 e 2 dello Statuto del PD) non sarà riconosciuto a tuti gli ingiustamente esclusi, gli organismi eletti non potranno dirsi rappresentativi della loro volontà, ma solo il frutto di una evidente subalternità culturale a logiche extracittadine. Non consideriamo ricevibili appelli all’unità da parte di chi – il futuro segretario Cardini – nelle tante pagine del suo programma ha scientemente evitato di parlarne (mai citata la parola “unità”, nemmeno una volta). Oggi, lo spazio della politica è stato prosciugato. Ne prendiamo atto, critichiamo il metodo ma ne prendiamo atto”.
“Tuttavia noi sentiamo l’esigenza di ricostruire le ragioni della convivenza, nell’interesse di un Partito veramente Democratico e del contributo fondamentale che questo può dare ad una comunità in grande crisi come quella spoletina. Il punto crediamo sia uno solo: trovare il modo di riprendere il filo evidentemente spezzato, tornare a dialogare e a confrontarsi, anche in maniera forte, ma costruttiva e utile. Per questo attendiamo che la futura segreteria, a cui non prenderemo parte per le stesse ragioni, metta in agenda le due questioni che riteniamo prioritarie: un giudizio approfondito e analitico sui tre anni e mezzo di amministrazione della città da parte del centro-destra e la preparazione della campagna elettorale per le prossime elezioni politiche, a cui daremo tutto il nostro contributo, nell’attesa di risposte convincenti da parte degli organi di verifica superiori del partito alle anomalie riscontrate dalla commissione per il congresso”.